L'ex dg Sorato indagato dalla Procura di Prato: «concorso in estorsione»

L'ex dg Sorato indagato dalla Procura di Prato: «concorso in estorsione»
PRATO - L'ex direttore generale della Banca popolare di Vicenza Samuele Sorato è indagato per «concorso in estorsione». La procura di Prato, secondo quanto si apprende,...

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PRATO - L'ex direttore generale della Banca popolare di Vicenza Samuele Sorato è indagato per «concorso in estorsione». La procura di Prato, secondo quanto si apprende, avrebbe allungato la lista degli indagati nell'inchiesta per «estorsione» ai danni di alcuni clienti dell'istituto di credito aperta nel dicembre scorso. Cinque avvisi di garanzia, che porterebbe gli indagati a un totale di 16, sono stati consegnati ad altrettanti dirigenti della banca e, tra questi, all'ex direttore generale.

Secondo l'accusa del sostituto procuratore pratese Laura Canovai - titolare dell'inchiesta - gli indagati avrebbero venduto azioni dell'istituto (che alla fine nel 2010 acquisì la Cassa di Risparmio di Prato) a imprenditori del territorio dietro presunte minacce di non accogliere le loro domande di fido. La lista degli indagati si sarebbe allungata dopo la lettura di alcune mail trovate nel materiale sequestrato il 10 dicembre scorso dagli investigatori della guardia di finanza che perquisirono numerose filiali dell'istituto veneto in Toscana.
In particolare la procura vuole chiarire il ruolo dei vertici dell'istituto di credito nella vicenda.
Anche la procura di Vicenza ha avviato un'inchiesta per ostacolo alla Vigilanza e aggiotaggio. Nell'inchiesta della magistratura sono indagati, tra gli altri, l'ex presidente della banca Giovanni Zonin, noto imprenditore nel settore del vino; l'ex direttore generale dell'istituto Samuele Sorato e l'ex consigliere Giuseppe Zigliotto, attuale presidente degli industriali vicentini.

Il 22 settembre era scattato un blitz della Guardi di Finanza. Le perquisizioni, che hanno riguardato in primo luogo il quartier generale della banca a Vicenza, sono state oltre una decina e riguardavano anche gli uffici direzionali di Milano, Roma e Palermo. I finanzieri, una settantina, si sono presentati negli uffici poco dopo le 7 del mattino. Negli uffici dei servizi informatici hanno fermato i server e sospeso la posta elettronica. Ai dipendenti che si sono presentati al lavoro è stato impedito l'accesso degli uffici.
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Il Gazzettino