BASSANO - Il "brentarolo" Roberto Verin l'allarme Ponte Vecchio l'aveva lanciato già qualche anno fa: «Da sub, nuotando sotto le arcate, avevo notato chiari segni di degrado»....
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Tornando al "malato", per Verin la medicina più adatta sarebbe, come prima cosa, «quella di fare un censimento degli scarichi a monte, verso nord, da dove piove di tutto. Basta percorrere il viottolo che porta dal Ponte a Sarson e poi a Campese per rendersene conto. Sono tutti regolari quegli scarichi e quei prelievi?» «Le schiume, i solventi, i grassi - prosegue il nostro - sono tutti elementi che vanno a danneggiare il ponte. Bisogna correre ai ripari».
Per "l'ultimo dei brentaroli", come lui si definisce, «anche l'attuale pavimentazione in sasso é sbagliata, pesa troppo, viste anche le brentane. Meglio sarebbe tornare al tavolato».
La situazione lui in questi anni l'ha monitorata bene: «Sotto acqua si può notare come i pali di sostegno siano ormai consumati. Lo avevo fatto presente già dal 2004 e con il passare degli anni questo stato di cose è andato sempre più peggiorando».
La cura? «Senza dubbio bisognerebbe mettere in secca ognuna delle sponde e fare un bel lavoro. In quanto alle cifre, credo che si vada oltre quei 2 milioni di euro di cui si parla. Ritengo comunque che anche l'Europa possa dare un suo contributo visto che il Ponte degli Alpini è un patrimonio da tutelare e salvaguardare per tutti».
Gianfranco Baggio
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Il Gazzettino