ISTRUZIONE ROVIGO Il 78% degli studenti che si è diplomato nel 2019 al liceo

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ISTRUZIONEROVIGO Il 78% degli studenti che si è diplomato nel 2019 al liceo biomedico ha superato con successo il test di ammissione a Medicina e in questa legislatura è stata...

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ISTRUZIONE
ROVIGO Il 78% degli studenti che si è diplomato nel 2019 al liceo biomedico ha superato con successo il test di ammissione a Medicina e in questa legislatura è stata già presentata una proposta di legge sull'Accesso universitario per merito tramite selezione liceale. La proposta è il risultato di un'intesa tra il ministero dell'Istruzione e la Federazione nazionale dei medici chirurghi e degli odontoiatri, e si inserisce nel percorso che porterà il liceo biomedico, oggi sperimentale, a diventare un indirizzo di studi ordinario: la proposta di legge punta, così, a riservare di diritto ai diplomati al liceo biomedico fino al 70% dei posti nelle facoltà di Medicina, ovviamente sulla base dei posti programmati annualmente per i corsi universitari di indirizzo sanitario o chimico-biologico. Come? Secondo una graduatoria nazionale, da formare nel triennio di studi liceale sommando ai risultati dei test periodici di fine anno il voto di maturità: si lascerebbe, quindi, solo il 30% dei posti rimanenti nelle facoltà di Medicina alla selezione dei test di ammissione, ai quali accederebbero gli studenti che non hanno frequentato il liceo biomedico, o quelli che malgrado la frequenza non sono rientrati nei posti utili in graduatoria.

IL CORSO AL PALEOCAPA
In Polesine la sperimentazione della Biologia con curvatura biomedica, questo il nome del piano di studi sperimentale, è stata avviata lo scorso ottobre dal liceo Paleocapa di Rovigo. È uno dei cinque licei in Veneto dove la Curvatura biomedica è attivata e sono 56 gli studenti polesani iscritti al liceo che prepara a diventare studenti di medicina, scienze infermieristiche o delle diverse professioni sanitarie: 35 iscritti provengono dalle ex seconde classi dell'indirizzo di Scienze applicate, 18 dal liceo scientifico tradizionale e tre dal liceo a indirizzo sportivo. Sono studenti che come altri 12mila in Italia hanno scelto di seguire 50 ore di lezioni addizionali l'anno, di cui dieci di stage sul campo.
Forse anche per il maggior impegno richiesto, il tasso di abbandono nazionale è del 30% per questa sperimentazione dopo il primo anno di studi. «Dopo cinque ore di impegnative lezioni mattutine, questi studenti si trasformano in apprendisti medici» per un'ulteriore ora di lezione, il giovedì o lunedì dalle 13.30, ha spiegato il dottor Alfredo Nardi, al pubblico da tutto esaurito nell'auditorium del Paleocapa per la presentazione del liceo biomedico. Un pubblico formato da studenti e famiglie, attento a non perdere nessuna parola degli interventi, coordinati dalla dirigente scolastica Cristina Gazzieri. Insieme al dottor Nardi e ad alcuni colleghi medici coinvolti nelle docenze al Paleocapa, hanno partecipato il vicesindaco Roberto Tovo, il presidente della Provincia Ivan Dall'Ara e la referente dell'Ufficio scolastico provinciale Valeria Vettorato. Nardi è stato incaricato dall'Ordine provinciale dei medici di organizzare gli insegnamenti, in accordo con il professor Gino Palmia, docente di Scienze naturali del liceo Paleocapa, che insieme al collega Vito Luca Giavarini è tra i docenti delle lezioni tenute da sei insegnanti del liceo rodigino, mentre i medici coinvolti negli insegnamenti sono Antonio Bononi, Rita Pia Ceresatto, Karin Kerso, Anna Masarà, Giorgio Massini e lo stesso Nardi, già professore associato dell'università di Padova per l'Ortopedia.
COLLABORAZIONE

Il liceo biomedico avvia anche «una serie di progetti futuri da sviluppare con l'amministrazione comunale», aveva annunciato poco prima la preside Gazzieri, mentre il vicesindaco Tovo aveva rilevato, insieme alla «vivacità dell'offerta formativa nelle scuole del territorio», che «l'area di Rovigo è a livello nazionale tra i territori con la percentuale più alta di diplomati», e che «la qualità dei percorsi scolastici è dimostrata dalle statistiche Cisia sui buoni risultati dei diplomati in Polesine nei test d'ingresso alle università».
Nicola Astolfi
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Il Gazzettino