Iras a rischio, Benazzo: «Sì all'affare con l'Ater per non fallire»

Iras a rischio, Benazzo: «Sì all'affare con l'Ater per non fallire»
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ROVIGO Iras sull'orlo del tracollo finanziario se il sindaco Massimo Bergamin non prende in mano la situazione, ma finché rimarrà senza giunta, non c'è modo per evitare il fallimento.

L'indebitamento dell'ente che si occupa della gestione delle case di riposo per anziani di Rovigo ha raggiunto, nel 2017, la cifra monstre di 4,2 milioni nel 2017, crescendo di ben 3,4 milioni di euro in solo cinque anni.
Per porre rimedio a questa situazione debitoria, nel giugno dello scorso anno si è fatta avanti l'Ater, che sarebbe interessata a rilevare una parte dell'edificio di Casa Serena in via Bramante, per realizzarvi alcuni alloggi popolari. L'operazione immobiliare dovrebbe sfruttare gli attuali appartamenti dedicati agli ospiti autosufficienti, per colore che decidono di andarci a vivere come fosse una propria casa, ma usufruendo dei servizi offerti da questo tipo di strutture ricettive per la terza età.
LA SOLUZIONE
La scelta, inoltre, andrebbe a braccetto con l'idea avanzata nei tempi scorsi dall'Ater di liberare la sua sede di piazza della Repubblica per ricavare ulteriori spazi popolari. Per arrivare a questo, però, è necessario che Palazzo Nodari approvi l'operazione, prima con la giunta (azzerata lo scorso 31 gennaio e non ancora rinominata) e poi in consiglio comunale, dove il sindaco non avrebbe i numeri per approvare alcunché.
I sindacati dei lavoratori chiedono con insistenza che questa operazione sia approvata entro breve, per non distruggere un ente che dà lavoro e che offre un'importante servizio per la comunità. «Da mesi seguiamo con attenzione e con la massima partecipazione fattiva dei lavoratori quanto è stato fatto con il commissariamento dell'Iras, prima attraverso Tiziana Stella e ora con Rodolfo Fasiol - racconta Davide Benazzo, segretario generale della Fp Cgil - nell'ultimo incontro con Fasiol ci viene descritto ancora una volta quanto già in precedenza ci era stato presentato, ovvero un progetto industriale che finalmente dia una certezza al futuro dell'Iras: una vendita di una parte di stabile con conseguente rientro di liquidità di 2 milioni. Da qui nascerebbe un futuro diverso per Casa Serena, diventando anche una residenza popolare dove finalmente si possono fare investimenti per riportare a regime i posti letto. La liquidità sarebbe linfa nuova che finalmente porterebbe a normalità la situazione finanziaria con un bilancio fortemente migliorato e un importante ente, commissariato tre anni fa perché a rischio fallimento, potrebbe guardare al futuro».
L'ACCUSA

Benazzo, però, non nasconde la rabbia del sindacato verso Bergamin e il presidente del consiglio comunale Paolo Avezzù, visto che proprio quest'ultimo ha chiesto di scongiurare la fine dell'amministrazione cittadina per poter prima risolvere questo problema. «Dov'erano Avezzù, tutta la giunta e anche il sindaco in questi mesi? Il progetto è sul tavolo da oltre un anno e ora si vogliono sfruttare i lavoratori per una battaglia politica».
A.Luc.
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Il Gazzettino