Infrastrutture e ripresa, lo schiaffo del G7 alla Cina Su Brexit lite Johnson-Ue

Infrastrutture e ripresa, lo schiaffo del G7 alla Cina Su Brexit lite Johnson-Ue
IL VERTICECARBIS BAY Finanziare infrastrutture nei paesi emergenti per dare del filo da torcere alla Cina, che con la sua multimiliardaria Via della Seta ha esteso la propria...

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IL VERTICE
CARBIS BAY Finanziare infrastrutture nei paesi emergenti per dare del filo da torcere alla Cina, che con la sua multimiliardaria Via della Seta ha esteso la propria influenza nelle economie a basso reddito. È questa la strategia del piano chiamato Build Back Better World siglato su proposta del presidente americano Joe Biden dai leader del G7 nella giornata di ieri, durante il summit di Cornovaglia.

Un'alternativa all'offerta di Bejing caratterizzata però da «alti standard» e trasparenza, afferma la Casa Bianca in un comunicato, pensata per andare incontro all'enorme bisogno di infrastrutture in Paesi a basso e medio reddito».
E se la Cina rappresenta un nemico comune sul quale tutti i leader si sono trovati più o meno d'accordo Mario Draghi e Angela Merkel, rivelano fonti americane, spingerebbero per un approccio meno aggressivo con Pechino - più complicata è stata la questione della cosiddetta guerra delle salsicce. Ben lungi dall'essere metaforica, questa definizione riguarda proprio alimenti come la carne, che da paesi non membri, come Scozia, Inghilterra e Galles, non possono più entrare nel mercato unico senza aver passato severi controlli. In seguito ai negoziati per l'attuazione della Brexit, per evitare un confine rigido tra la Repubblica d'Irlanda e l'Irlanda del Nord quest'ultima è rimasta parte del mercato unico, creando malcontento tra gli unionisti.
L'ULTIMATUM
I sei mesi che l'Ue ha concesso al Regno Unito per implementare i suddetti controlli scadranno a fine giugno e l'Irlanda del Nord rischia quindi di rimanere senza approvvigionamenti di carni e salsicce. La questione è stata al centro degli incontri che Johnson ha avuto con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, il presidente del consiglio europeo Charles Michel, Emmanuel Macron e Angela Merkel. Alla stampa Johnson ha ribadito di essere disposto a tutto per proteggere l'integrità del Regno Unito, e citando Mario Draghi ha pronunciato la celebre frase «whatever it takes». Ha parlato di incomprensioni sulla situazione, auspicando che presto saranno trovate soluzioni pragmatiche».
«L'accordo del Venerdì Santo e la pace sull'isola d'Irlanda hanno però replicato in un tweet Michel e von der Leyen - sono di primaria importanza. Abbiamo negoziato un protocollo che lo preserva, firmato e ratificato da Ue e Regno Unito. Vogliamo le migliori relazioni possibili, ma entrambe le parti devono attuare ciò che è stato concordato. Su questo c'è piena unità dell'Ue».
LA MINACCIA
Un richiamo che Johnson ha rispedito al mittente. Intervistato da Sky News ha infatti minacciato di sospendere il protocollo per intero, di fronte al rischio di gravi difficoltà economiche, sociali o ambientali per i nordirlandesi.
Le tensioni post Brexit non hanno impedito ai leader di siglare un piano per impedire nuove pandemie. La Carbis Bay Declaration, infatti, ha proprio l'obiettivo di assicurare che quanto avvenuto con il Covid-19 non si ripeta più.

Nel pomeriggio di ieri Sir Patrick Vallance e Melinda French Gates hanno inoltre presentato la 100 day mission, un documento creato con un team di esperti che spiega come, in caso di un nuovo rischio pandemia, realizzare tre obiettivi entro i primi 100 giorni: produrre vaccini su scala globale, ideare un sistema terapeutico iniziale e promuovere un sistema di testing rapido ed efficace.
Chiara Bruschi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino