IN TERRAFERMA MESTRE «Prima ci hanno fatto aprire e noi, in questi sei mesi,

IN TERRAFERMA MESTRE «Prima ci hanno fatto aprire e noi, in questi sei mesi,
IN TERRAFERMAMESTRE «Prima ci hanno fatto aprire e noi, in questi sei mesi, abbiamo cercato faticosamente di lavorare per andare avanti ed ora tutto quello che abbiamo recuperato...

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IN TERRAFERMA
MESTRE «Prima ci hanno fatto aprire e noi, in questi sei mesi, abbiamo cercato faticosamente di lavorare per andare avanti ed ora tutto quello che abbiamo recuperato lo perdiamo adesso». In vista della chiusura obbligatoria delle 18 ha l'aria mesta e lo sguardo a terra Piero mentre si prodiga per arrotolare i grandi lucchetti che devono contenere sedie e tavolini davanti ad un ultimo cliente ancora seduto in Galleria Matteotti che beve l'ultimo caffè servito nella giornata. «È un disastro, non so nemmeno più cosa dire, ci eravamo appena rialzati e ora siamo di nuovo costretti a chiudere, proprio quando dovrebbero iniziare gli aperitivi, dalle sei fino alle otto, che sono le due ore che ci permettevano di recuperare i mancati incassi della giornata».

Tra i ristoratori e i baristi del centro lo stesso umore nero si coglie se dalla galleria liberty di Mestre ci si sposta in calle Legrenzi, solitamente il fulcro della movida mestrina, che nel primo giorno di vigenza delle nuove misure anti-Covid, alle 18 è quasi deserta. «Se ne va il 90% del nostro fatturato - spiega Danilo, co-titolare del Va Pensiero Nutrition Cafè perché ormai di giorno c'è il coprifuoco e non c'è più nessuno mentre con l'aperitivo facevamo anche qualcosa da mangiare e poi tenevamo aperti fino alle due di notte. Se ci fanno chiudere alle sei ci manca tutta la fascia di clientela più numerosa e parliamo di clienti che stanno seduti e che rispettano le distanze di sicurezza. Questa misura doveva essere più selettiva e in ogni caso non ha alcun senso perché la gente esce lo stesso per andare a fare la spesa o in farmacia. In questi mesi abbiamo fatto grandi sacrifici per acquistare i tavoli più piccoli per poter garantire la distanze tra le persone e ora ci colpiscono ancora e non sappiamo se sarà solo per un mese o se ci sarà un altro lockdown». «Io chiudevo a mezzanotte, per me questa è una limitazione troppo pesante, non tutti riusciranno a resistere fino a metà novembre prevede Francesco del bar Serenissima di via Poerio tanto vale chiudere perché io perdo oltre la metà del fatturato mentre le spese rimangono le stesse». «È inutile chiudere i locali come questo alle 18 mentre il centro commerciale rimane aperto - commenta Roberto, titolare del caffè Italiana in piazzale Candiani che abbassava le saracinesche alle 21 Spero di sbagliarmi ma penso che non durerà solo un mese».

Paolo Guidone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino