In provincia un centinaio di casi

In provincia un centinaio di casi
PORDENONE - Tumore alla tiroide, aumentano i casi. Anche in provincia di Pordenone che supera i cento casi diagnosticati. Il dato emerge da una indagine condotta da Doxa Pharma e...

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PORDENONE - Tumore alla tiroide, aumentano i casi. Anche in provincia di Pordenone che supera i cento casi diagnosticati. Il dato emerge da una indagine condotta da Doxa Pharma e commissionata dal Comitato delle Associazioni dei Pazienti Endocrini. Sempre secondo lo studio il 38% dei pazienti scopre il tumore alla tiroide a seguito di esami di controllo per un rigonfiamento del collo. L'endocrinologo è lo specialista di riferimento lungo tutto il percorso di cura del paziente, dai primi esami, alla diagnosi, al follow-up. 1 paziente su 2 riferisce difficoltà soprattutto nell'affrontare gli aspetti psicologici della malattia e vorrebbe ricevere maggiori informazioni. Il tumore alla tiroide, colpisce prevalentemente le donne della provincia di Pordenone in età lavorativa con età media di 53 anni e, 1 paziente su 5, ha avuto altri casi in famiglia. Un altro dato importante è che la malattia impatta fortemente sulla qualità di vita soprattutto in termini psicologici, con incertezza della prognosi (15%), scarso supporto psicologico (13%) e preoccupazione per l'impatto sulle attività lavorative (12%). Non mancano poi gli effetti collaterali della cura. Nove pazienti su dieci dichiarano inoltre di non aver ricevuto supporto psicologico al momento della diagnosi né di aver ricevuto informazioni in merito all'esistenza di associazioni di pazienti prosegue lo studio. Nel momento in cui viene diagnosticata una malattia, la persona attraversa una situazione di crisi emotiva che, se non supportata dall'aiuto di professionisti, può protrarsi nel tempo in modo sempre più drastico. Dall'indagine è infatti emerso che 1 paziente su 3 desidererebbe ricevere maggiori informazioni - chiare e univoche - sulla malattia e sulle cure, supporto psicologico professionale, e solo il 5% si dichiara soddisfatto. Da questa indagine emerge la necessità di una comunicazione più diffusa in un'ottica di prevenzione, per poter intercettare la malattia nelle sue prime manifestazioni e un ruolo importante è rappresentato dagli screening di controllo che in più di 1 caso su 4 portano alla scoperta del tumore.

La carenza informativa rappresenta un problema anche nelle fasi successive alla diagnosi, quando il paziente, seppur accompagnato dall'endocrinologo, riceve scarsi suggerimenti su come affrontare la propria condizione, soprattutto dal punto di vista psicologico. È la prima volta che le Associazioni dei Pazienti realizzano un lavoro d'indagine così approfondito; l'ampiezza della casistica, il numero delle Istituzioni partecipanti, l'autorevolezza delle stesse e la diffusione su tutto il territorio nazionale danno un peso particolare al lavoro realizzato - spiega Piernicola Garofalo, Direttore dell'Unità operativa di endocrinologia di Villa Sofia Cervello - e le criticità individuate dai pazienti sono informazioni fondamentali per migliorare e ottimizzare il lavoro di ogni giorno.
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Il Gazzettino