In 217 fuori dai nidi e dalle materne

In 217 fuori dai nidi e dalle materne
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SALUTE
ROVIGO Sono 217 i bambini in Polesine nella fascia d'età fino a 6 anni che non possono frequentare gli asili nido e le scuole d'infanzia perché i genitori non hanno adempiuto all'obbligo vaccinale.

Il dato è aggiornato a inizio settembre, dopo che il 20 luglio era scaduto il termine per i dirigenti scolastici di comunicare all'azienda sanitaria locale chi non aveva ancora fornito la documentazione sulle vaccinazioni avvenute o prenotate, o per certificare che l'alunno è nelle condizioni di esonero, omissione o differimento delle vaccinazioni. In Polesine sono circa 4.800 gli alunni nelle scuole dell'Infanzia, secondo i dati nelle scuole paritarie (2.602 nell'anno scolastico 2018-19) e statali (2.191 nell'organico di fatto al 10 settembre scorso: dati dell'Ufficio scolastico regionale).
LA NORMATIVA
Le disposizioni della Legge Lorenzin sull'obbligatorietà della vaccinazione esavalente (antipoliomielitica, antidifterica, antitetanica, anti epatite B, anti pertosse, anti Haemophilus influenzae tipo B) e della vaccinazione trivalente anti morbillo, rosolia e parotite per i nati a partire dal 2002 (per i nati dal 2017 è richiesta anche la vaccinazione antivaricella), prevedono, per i bambini fino a 6 anni, che la mancata presentazione della documentazione sull'obbligo vaccinale, determina la decadenza dall'iscrizione all'asilo o alla scuola dell'Infanzia.
Negli altri gradi di istruzione, invece, dalle scuole primarie fino ai 16 anni, per gli inadempienti all'obbligo totali (per rifiuto) o parziali (non hanno completato il calendario vaccinale) si applica esclusivamente un'ammenda, che spetta ai Comuni erogare, su segnalazione dell'Ulss 5. La stessa azienda sanitaria, fino allo scorso 1. luglio, aveva riscontrato 182 casi di genitori che avevano espresso un dissenso definitivo all'obbligo vaccinale: tutti casi sanzionabili, dopo che l'Ulss aveva espletato le modalità previste per contattare e informare i genitori, attraverso una raccomandata con avviso di ricevimento per fissare un colloquio, in caso di negazione al primo invito a rispondere all'obbligo, in cui ribadire l'obbligo di vaccinazione. Queste persone erano state contattate più volte con tutte le modalità previste (raccomandata con ricevuta di ritorno, colloquio, eccetera) e si erano rifiutate di vaccinare i figli.
IL QUADRO
Sempre allo scorso 1. luglio, complessivamente risultavano 1.052 i bambini e ragazzi polesani tra zero e 16 anni inadempienti o ritardatari all'obbligo vaccinale. Secondo il sistema sanzionatorio, è previsto che se un genitore, dopo aver ricevuto la lettera di invito raccomandata, decide di non far vaccinare il proprio figlio, dovrà pagare una sanzione amministrativa-pecuniaria. I bambini (da zero a 6 anni) non vaccinati, non possono accedere ai nidi e alle scuole materne, incluse quelle private non paritarie.
LE MULTE

La sanzione amministrativa-pecuniaria da 100 a 500 euro (a seconda della gravità dell'inadempimento) sarà incassata dallo Stato. Lo scorso luglio la Corte costituzionale aveva ribadito che le disposizioni della legislazione statale che riguardano l'adempimento degli obblighi vaccinali, ai fini dell'iscrizione e dell'accesso ai servizi scolastici, si configurano come norme generali sull'istruzione di competenza esclusiva del legislatore statale. E così, le Regioni sono vincolate a rispettare ogni previsione contenuta nella normativa statale.
Nicola Astolfi
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Il Gazzettino