Sono responsabili di violenza privata aggravata in concorso. Otto mesi di reclusione è la pena che il giudice monocratico ha inflitto a quattro no global. Sono gli autori del...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Le condanne sono state inflitte a Marco Compagnin, trentaduenne, residente a Padova, a Filippo Rigotti, ventitreenne, residente a Trento ma domiciliato al Portello, a Zeno Rocca, pure ventitreenne, residente a Pescantina, nel veronese, anch'egli con domicilio al Portello, e a Enrico Zulian, trentenne, residente a Padova.
Erano una ventina i no global, armati di bombolette spray e striscioni, che il pomeriggio del 18 dicembre 2012 avevano fatto irruzione all'interno del centro culturale, dove c'era la rassegna su Quirino De Giorgio, urlando slogan antifascisti.
Erano saliti al secondo piano dove era ospitata la mostra fotografica "Padova Razionalista" e avevano staccato le immagini per infilarle in uno scatolone. Nella sala, al secondo piano dell'ex Tribunale, c'era la fidanzata di Tarani. La ragazza, spaventata per quanto stava accadendo, aveva chiamato al cellulare il compagno che era subito accorso. Tarani da poco era guarito a seguito di un'operazione ad una gamba. Terminato il raid i no global erano usciti e avevano incrociato Alessio Tarani, il leader del movimento CasaPound che aveva promosso l'esposizione sulle bellezze architettoniche di inizio '900 a Padova e sull'opera e lo stile di Quirino De Giorgio.
Lo avevano affrontato gridandogli "fascista", lo avevano imbrattato di vernice e lo avevano trascinato fuori. Poi se n'erano andati. I filmati acquisiti dalla Digos avevano permesso di accertare le singole responsabilità. Compagnin, Rigotti e Zulian avrebbero affrontato Tarani mentre Zeno Rocca gli avrebbe cosparso il capo di vernice di colore rosso. Per tutti gli altri no global presenti al blitz e identificati dalla polizia, la Procura era stata chiesta l'archiviazione.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino