IL TRASLOCO BELLUNO Fuori dagli scatoloni e dentro al pc. Due preziosi erbari

IL TRASLOCO BELLUNO Fuori dagli scatoloni e dentro al pc. Due preziosi erbari
IL TRASLOCOBELLUNO Fuori dagli scatoloni e dentro al pc. Due preziosi erbari stanno per essere ripuliti dalla polvere dopo anni di semi abbandono. L'erbario Caldart del 1800-1900...

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IL TRASLOCO
BELLUNO Fuori dagli scatoloni e dentro al pc. Due preziosi erbari stanno per essere ripuliti dalla polvere dopo anni di semi abbandono. L'erbario Caldart del 1800-1900 e l'erbario Sandi del 1700 sono stati per anni custoditi negli scantinati della scuola media Nievo per mancanza di spazio all'interno del museo civico ma, oggi, sono pronti a rivedere la luce. Verranno scannerizzati con molta attenzione e delicatezza e a lavoro completato le collezioni dei due antichi studiosi di botanica saranno fruibili dagli schermi del computer, all'interno del Museo Naturalistico Dolomiti Bellunesi dell'ente Parco, allestito in un ala dell'ex caserma dei vigili del fuoco di piazza Piloni.

«Sono collezioni preziose ed estremamente delicate spiega l'assessore alla cultura Marco Perale -, non potranno essere visionati per il rischio di rovinarli. Non so ancora dare una tempistica ma una cosa è certa: entro il mio quinquennio il Museo di scienze naturali verrà aperto». Oggi, infatti, l'accesso è possibile solo su prenotazione. Le due collezioni appartengono al Comune che ha dato il consenso per la loro concessione temporanea al Parco. Andranno a valorizzare e a completare l'erbario già in possesso del museo, quello di Cesare Lasen e le tre raccolte potranno essere messe a confronto per capire l'evoluzione delle specie erbacee lungo i secoli. La decisione di spostare Caldart e Sandi dai locali della media è stata presa a marzo di quest'anno, quando per necessità di sgomberare le stanze si è deciso di dare seguito all'interesse verso i due beni manifestato dal Museo.
Per l'assessore Perale è tutto un percorso coerente con l'obiettivo finale: «È tutto parte del tentativo di mettere in piedi il terzo museo, quello scientifico. Qui vi troveranno posto anche, per esempio, gli uccelli impagliati della collezione Doglioni e i reperti geologici rinvenuti sul nostro territorio da Taramelli».

Il vero pezzo da novanta, però, sarà quel genio bizzarro di Girolamo Segato. I pezzi di proprietà del Comune e riferibili allo scienziato dell'Ottocento sono ora custoditi a Firenze, in mancanza di spazi in città ma in vista dell'implementazione del Museo Naturalistico l'intenzione è quello di rimpatriarli per aggiungere, a quanto già in possesso la ciliegina sulla torta.
Alessia Trentin
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Il Gazzettino