IL TIMORE TREVISO Ora sono scattati i controlli su medici, infermieri e personale

IL TIMORE TREVISO Ora sono scattati i controlli su medici, infermieri e personale
IL TIMORETREVISO Ora sono scattati i controlli su medici, infermieri e personale sanitario, così come su tutti i pazienti, che sono entrati in contatto con la 76enne di Paese...

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IL TIMORE
TREVISO Ora sono scattati i controlli su medici, infermieri e personale sanitario, così come su tutti i pazienti, che sono entrati in contatto con la 76enne di Paese risultata positiva al nuovo coronavirus, morta nel tardo pomeriggio di ieri. Il primo caso, purtroppo rivelatosi immediatamente fatale, fa tremare il Ca' Foncello. La donna era infatti ricoverata nell'ospedale di Treviso da quasi tre settimane. E in questo periodo è passata per almeno tre reparti: il Pronto soccorso, la Geriatria e la Terapia intensiva. Adesso potrebbe essere necessario sottoporre decine e decine di persone, tra il personale medico e sanitario e gli altri pazienti, a un periodo di isolamento e al tampone faringeo per escludere che ci siano stati dei contagi proprio lungo le corsie. E c'è in ballo anche un'altra ipotesi: la chiusura dei reparti, con la relativa sospensione delle attività, che hanno ospitato la donna mancata ieri, in modo da poter procedere con la loro completa sanificazione. Per ora si parla solo di riorganizzazione. La speranza è che sia sufficiente.

LE ATTIVITÀ
Per il momento le attività del Ca' Foncello sono confermate e garantite come sempre. Resta da capire se si sarà costretti a cambiare qualcosa già a partire da oggi. Le prossime mosse sono state valutate nel corso di una riunione convocata d'urgenza ieri pomeriggio della task force allestita dall'Usl della Marca proprio per affrontare l'emergenza del nuovo coronavirus. L'obiettivo è operare senza tralasciare nulla, mantenendo però distante l'incubo di dover in qualche modo ripercorrere quanto capitato nell'ospedale di Monselice, che in seguito ai casi di coronavirus è stato completamente isolato per essere gradualmente svuotato. All'ospedale di Treviso sono in corso le azioni di sorveglianza sul personale entrato in contatto con la paziente spiegano dall'Usl della Marca, guidata dal direttore generale Francesco Benazzi così come sono in corso le azioni di riorganizzazione interna, seguendo le linee guida previste». Non ci sono altre prese di posizione ufficiali. E questo la dice lunga sul timore che sta serpeggiando.
LE IPOTESI
Nessuno riesce a spiegarsi come possa aver contratto il virus un'anziana di 76 anni, con gravi problemi di salute, che viveva praticamente ritirata. Tutti gli specialisti avevano messo in conto l'individuazione di un primo caso di coronavirus nella Marca. Per molti ormai non era che una questione di tempo, alla luce dei focolai esplosi sia a Vo' Euganeo che in Lombardia. Ma nessuno si aspettava che la prima positività potesse emergere su una persona che era ricoverata già da quasi tre settimane. O, almeno, era esattamente quello che tutti speravano non capitasse.
LE VISITE

Mentre si pensa agli ospedali, poi, sono in fibrillazione pure i medici di famiglia. «Dobbiamo essere tutelati con tutti gli strumenti necessari avverte Brunello Gorini, segretario della Fimmg se iniziamo a dover andare noi in isolamento, non ci sono abbastanza medici in grado di sostituirci». Si predica calma e sangue freddo. Non è il momento degli allarmismi. E tanto meno del panico. Oltre a vertici dell'Usl, la task force di specialisti ed esperti che sta gestendo l'emergenza coronavirus nella Marca è composta da Giorgio Bazzerla (direttore di distretto), Paolo Rosi (direttore del Suem1189, Marialuisa Ferramosca (coordinatrice del Suem118), Sandro Cinquetti (direttore del servizio Igiene e sanità pubblica), Anna Pupo (servizio attività vaccinale), Stefano De Rui (direttore del dipartimento di Prevenzione), Pier Giorgio Scotton (primario di Malattie infettive), Stefano Formentini (direttore del Ca' Foncello), Stefano Martelossi (primario della Pediatria di Treviso), ed Enrico Bernardi (primario dei pronto soccorso di Treviso e Conegliano). Oggi la salute dei trevigiani passa anche e soprattutto per le loro mani.
M.Fav.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino