«Il sorriso di Pippo non si è spento: ci illumina e ci accompagna, insegnandoci

«Il sorriso di Pippo non si è spento: ci illumina e ci accompagna, insegnandoci
«Il sorriso di Pippo non si è spento: ci illumina e ci accompagna, insegnandoci l'amore e la solidarietà». Durante le esequie nella basilica dei SS. Giovanni e Paolo di...

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«Il sorriso di Pippo non si è spento: ci illumina e ci accompagna, insegnandoci l'amore e la solidarietà». Durante le esequie nella basilica dei SS. Giovanni e Paolo di Filippo Marin, il diciannovenne veneziano caduto da una scogliera in Algarve, il richiamo a sorriso e alla spensieratezza del ragazzo da parte di don Angelo Preda è stato continuo. Insieme alla considerazione che seppur breve, «la sua è stata una vita unica e bella, vissuta in pienezza e non buttata via».

Preceduto la sera prima dalle 18 alle 20 e il giorno stesso tra le 9 e le 10.15 da due veglie nella sala San Tommaso, a partecipare ieri mattina al funerale del giovane sono state persone di tutte le età, ma in particolare ragazze e ragazzi particolarmente colpiti dalla prematura scomparsa dell'amico. La cui bara bianca, coperta da un cuscino di rose dello stesso colore, era affiancata da tanti girasoli, il fiore che simboleggia universalmente proprio l'allegria e la gioia di vivere.
L'omelia di don Angelo si è aperta con la menzione delle prime strofe di «Certe Notti», la canzone di Luciano Ligabue particolarmente apprezzata da Filippo. Nella circostanza, il sacerdote ha precisato che il senso dell'incipit «Certe notti la macchina è calda e dove ti porta lo decide lei. Certe notti la strada non conta e quello che conta è sentire dove vai», il giovane lo aveva colto appieno, «vedendo nella macchina la vita, e comprendendo l'importanza di portare sempre a compimento quanto ci si propone di fare».
«A 19 anni Pippo era perfetto agli occhi di Dio - ha continuato il padre domenicano - Ora è al suo cospetto, e non credo abbia sofferto, perché il Signore non lo avrebbe permesso. Questo è il momento di ricordare le tante cose fatte con lui, e di riflettere su quanto ci ha donato: il suo sorriso, la sua spensieratezza, la sua ingenuità e il suo modo straordinario di guardare alla vita».

Ad avvicinarsi all'altare, poi, sono stati alcuni compagni di scuola, i genitori Carolina e Marco e il fratello Lorenzo (ad assistere dai primi banchi alla funzione religiosa per il nipote, anche la nonna Silvana e la zia Orsetta). E prima che la bara uscisse dalla chiesa per raggiungere il luogo di cremazione, la cerimonia è proseguita con un fuori programma comprensivo dell'omaggio dei compagni di scuola, che hanno intonato con le voci rotte dalla commozione le tre canzoni preferite di Filippo: «Le tasche piene di sassi» di Jovanotti, «L'anno che verrà» di Lucio Dalla e ancora «Certe notti» di Luciano Ligabue.
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Il Gazzettino