Il rifugio, la bomba, i raid aerei l'operazione minuto per minuto

Il rifugio, la bomba, i raid aerei l'operazione minuto per minuto
LA RICOSTRUZIONEROMA Quando la bomba rudimentale è esplosa travolgendo i cinque militari italiani delle forze speciali era in corso una massiccia operazione anti-Isis nella zona...

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LA RICOSTRUZIONE
ROMA Quando la bomba rudimentale è esplosa travolgendo i cinque militari italiani delle forze speciali era in corso una massiccia operazione anti-Isis nella zona a ridosso delle montagne di Makhmour. Gli incursori del reggimento Col Moschin e del Comsubin erano insieme ai peshmerga curdi e stavano tornando a piedi verso il blindato, dove aver scoperto uno dei rifugi nei quali continuano a nascondersi gli ultimi superstiti dell'Isis. Tutto il gruppo è rimasto ferito, anche due uomini dell'esercito locale, oltre ai nostri soldati. Probabilmente per via di un ied, un ordigno artigianale, messo a difesa di un nascondiglio.

GLI AEREI
L'operazione era di quelle più a rischio. Nella zona di Kifri stavano sorvolando anche gli aerei della Coalizione internazionale a comando Usa. E l'attacco era mirato a fermare l'ondata di attentati che nell'ultimo mese gli uomini del califfo nero hanno messo a segno. Circa un centinaio.
Le forze speciali italiane della Task force 44 sono a fianco degli eserciti iracheni e dei peshmerga curdi, perché a loro spetta questo tipo di addestramento. Mentoring che viene effettuato proprio sul campo, mentre si entra in azione. Ed è la ragione per cui vengono coinvolti gli uomini dei corpi speciali, perché il rischio è più elevato, ed è necessaria una preparazione e una esperienza maggiori. Difficile, quindi, immaginare che fossero impegnati nella rimozione di ordigni. Più plausibile l'assistenza fornita contro nuclei jihadisti.
Ieri, poi, è arrivata la rivendicazione dell'Isis ed è stata rilanciata dal sito americano Site. Ma quello che emerge dal comunicato dei miliziani è una certa confusione sulle modalità dell'attentato. I numeri dei feriti non tornano. E comunque nessun riferimento viene fatto all'Italia. L'obiettivo non sembrerebbe Roma, ma la Global coalition. Tutto questo mentre il pm Sergio Colaiocco ha ricevuto dal Ros dei carabinieri una prima informativa su quanto accaduto. A piazzale Clodio, però, mantengono uno stretto riserbo, anche per ragioni di sicurezza legate al fatto che nella zona dell'attentato, a circa cento chilometri da Kirkuk, sono tuttora presenti militari delle forze speciali italiane.
IL BLITZ
Dopo l'esplosione e i feriti, una forza congiunta irachena è scesa in campo per individuare gli esponenti dell'Isis che si trovano nel distretto di Hawija e nelle aree di Al Rashad e di al Abbasi. A confermarlo ad Agenzia Nova è il colonnello Ahmed al Samawi, alto ufficiale del quartier generale del comando delle operazioni congiunte a Kirkuk. Un team coordinato dal generale Saad Alì Ati al Harbiyah, sta ispezionando fattorie, campi e sta seguendo le tracce delle bande jihadiste. «Durante l'operazione sono stati arrestati cinque terroristi», ha dichiarato Al Harbiyah. Il colonnello ha spiegato che le forze irachene hanno fatto brillare quattro ordigni esplosivi e hanno scoperto un campo di addestramento riconducibile allo Stato islamico, che è stato raso al suolo dall'aviazione dell'Esercito iracheno. Sono stati distrutti anche undici nascondigli dell'Isis con all'interno scorte alimentari e varie strumentazioni per fornire supporto logistico.

Cristiana Mangani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino