IL RICOVERO TREVISO Nuovo caso di meningite a Treviso ma non c'è il rischio

IL RICOVERO TREVISO Nuovo caso di meningite a Treviso ma non c'è il rischio
IL RICOVEROTREVISO Nuovo caso di meningite a Treviso ma non c'è il rischio che si possa trattare di un focolaio potenzialmente contagioso. L'Usl della Marca spiega infatti che il...

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IL RICOVERO
TREVISO Nuovo caso di meningite a Treviso ma non c'è il rischio che si possa trattare di un focolaio potenzialmente contagioso. L'Usl della Marca spiega infatti che il paziente, un 20enne di Istrana che attualmente si trova ricoverato nel reparto di malattie infettive dell'Ospedale Ca' Foncello di Treviso, è stato colpito da una forma asettica, ovvero infettiva ma non contagiosa. Gli esami condotti sul ragazzo, ricoverato il giorno di Ferragosto, hanno infatti escluso che il virus responsabile della patologia appartenga al ceppo del meningococco. «Si tratta - spiega Piergiorgio Scotton, primario del reparto di Malattie infettive dell'ospedale trevigiano - di una forma di meningite legata alla riattivazione del virus della varicella, che il paziente aveva avuto da piccolo. La permanenza nel corpo del virus, malgrado la naturale immunizzazione, porta a volte ad una riaccensione del virus a distanza anche di parecchi, legata a fattori che possono essere molto diversi. Tipicamente questa riaccensione del virus della varicella, che può portare alla manifestazione di una meningite, è legato a malattie del sangue, a forme tumorali ma anche a fasi in cui il sistema immunitario subisce un indebolimento che non è legato a patologie importanti e gravi».

ATTACCO VIRALE
Si tratta di un attacco virale, spiega Scotton «che ricorda quello tipico dell'herpes comunemente chiamato fuoco di Sant'Antonio, sempre legato alla presenza nel sangue della varicella. Si tratta di un fenomeno non così raro, che colpisce gli adulti anche in età molto avanzata tanto che oggi si sta lavorando molto sulla diffusione di un vaccino, simile a quello che viene somministrato ai bambini ma più forte, che prevenga questo tipo di fenomenologie, che soprattutto per gli anziani possono portare a conseguenze anche di natura piuttosto grave».
A FERRAGOSTO

Il 20enne, che non è mai stato in condizioni gravi, si era presentato al Pronto soccorso di Treviso nella giornata di Ferragosto. Accusava febbre alta e soprattutto una fortissima cefalea. Nella mattinata del 16 è stato proprio il primario del reparto a sottoporlo al test del midollo spinale per chiarire la natura di quella che da subito era apparsa come una forma di meningite: «Non c'è nessun pericolo per la salute pubblica - spiega Scotton - queste forme di meningite non hanno una natura contagiosa. È un fatto questo da sottolineare per tranquillizzare l'opinione pubblica e evitare che si possa ingenerare un allarmismo che non ha ragione di essere. Si tratta di una meningite seria, ma che non mette in pericolo di vita, tanto che spesso si tratta di infezioni che tendono a regredire naturalmente da sole». Il ventenne, che è sempre rimasto cosciente e non è mai dovuto ricorrere alle cure del reparto di terapia intensiva, è stato sottoposto a una terapia farmacologica antivirale e potrebbe essere dimesso entro tre giorni.
Denis Barea
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino