IL LEGALE TREVISO «Non sappiamo ancora quali saranno i prossimi passi. Troppe

IL LEGALE TREVISO «Non sappiamo ancora quali saranno i prossimi passi. Troppe
IL LEGALETREVISO «Non sappiamo ancora quali saranno i prossimi passi. Troppe le variabili ancora in gioco. Di certo c'è che l'iter per l'adozione della piccola potrà subire un...

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IL LEGALE
TREVISO «Non sappiamo ancora quali saranno i prossimi passi. Troppe le variabili ancora in gioco. Di certo c'è che l'iter per l'adozione della piccola potrà subire un ulteriore stop». Cerca di mantenere la lucidità l'avvocato Andrea Nieri, il legale che sta seguendo il caso della bambina per conto del padre. La notizia di quanto accaduto ieri mattina, di fronte al tribunale per i minori di Mestre, l'ha scosso. Anche perché in qualche modo l'aveva predetto qualche mese fa: «Vedrai che prima o poi quella donna farà del male a te o farà del male a se stessa» aveva affermato avvisando il suo assistito. E lo ha ribadito anche ieri, cercando di dare conforto a quell'uomo con cui ha condiviso anni di sofferenza per una storia che, al momento, non pare possa avere un lieto fine.

IL COMMENTO
«Quando una persona non sta bene può diventare pericolosa, non solo per gli altri - sottolinea Nieri - Non si è mai del tutto certi di essere al sicuro. Lo sa bene il mio assistito che ha ricevuto negli ultimi mesi una serie infinita di minacce da quella donna. Non siamo qui a giudicare nessuno, ma non posso non sostenere il fatto che andava curata prima che facesse quello che ha fatto». Il legale ripercorre infatti alcuni episodi che hanno visto protagonista la 49enne, anche in sua presenza. «Si è presentata più di una volta a casa del mio assistito e anche negli uffici dell'attività di famiglia. Ha minacciato anche me oltre a promettere che un giorno avrebbe ammazzato il mio assistito. Ti do trenta giorni aveva detto l'ultima volta che l'ho vista. La mia reazione è stata solo una: dire al mio assistito di stare attento».
IL RITRATTO

Da quel giorno di inizio dicembre la 49enne però non si è più fatta vedere. Di lei si sa soltanto che ha cambiato più di un avvocato nel corso della trafila giudiziaria per l'affidamento della figlia. Risulta ancora residente in un palazzo vicino all'ippodromo a Padova, ma i residenti, tutti italiani, dicono di non aver mai visto una donna marocchina in quel condominio. Il suo cognome è affisso sulla cassetta delle lettere ma non c'è in alcun campanello. Fino allo scorso ottobre ha prestato servizio in un affittacamere di Vigonza, poi più nulla: anche il titolare non sa cosa sia andata a fare successivamente.
G.Pav.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino