Il giudice del lavoro del Tribunale di Udine ha accolto il ricorso del vicedirettore

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Il giudice del lavoro del Tribunale di Udine ha accolto il ricorso del vicedirettore della biblioteca Joppi Raffaele Gianesini, che sosteneva - come si legge nella sentenza - una mancata utilizzazione nella pienezza delle sue funzioni, e ha condannato il Comune di Udine a risarcirlo con 44.467 euro, oltre agli interessi legali, a rifondere le spese di giudizio (8mila euro) e quelle dell'accertamento tecnico d'ufficio. Il giudice, avendo accertato «il diritto del ricorrente ad essere pienamente utilizzato in mansioni coerenti» con la posizione di vicedirettore, ha ordinato al Comune di reintegrarlo «nella pienezza di tali mansioni». Il contenzioso fra Gianesini e il Municipio non è nuovo. Nella sentenza depositata il 3 marzo si cita il pronunciamento del 2004, confermato in appello e passato in giudicato, con cui il Tribunale di Udine aveva condannato il Comune a risarcire Gianesini per il «parziale demansionamento», riconosciuto da aprile 2000, con 14.500 euro, e aveva ordinato al Palazzo di reintegrarlo nella pienezza delle sue mansioni. I legali di Gianesini, Giovanni Ventura e Luca Masotti, hanno sostenuto nel ricorso che la situazione di parziale esautoramento sarebbe proseguita anche dopo la sentenza del 2004 e avevano chiesto un risarcimento di 125mila euro. Come sostiene Ventura, «il demansionamento è continuato anche dopo quella sentenza». E il giudice del lavoro ha riconosciuto, come si legge nel pronunciamento del 3 marzo scorso, che il Comune «abbia solo parzialmente - e in altri casi solo formalmente - prestato ottemperanza alle statuizioni» della sentenza del 7 aprile 2004. Secondo l'ultima sentenza, «più che in una "posizione intermedia" la vicedirezione permane, a ben vedere, in una condizione di sostanziale isolamento ed esclusione da ogni attività di coordinamento con le restanti strutture». Il giudice ha ritenuto «tuttora sussistente una situazione di impedimento allo svolgimento» delle sue mansioni e ha riconosciuto a Gianesini un risarcimento per il periodo dal 2003 al 2011. Il Comune che aveva sostenuto, tra l'altro (si legge nel pronunciamento) di aver posto in essere «tutti gli atti necessari» perché Gianesini «svolga la propria attività di vicedirettore», e che aveva «contestato di averne svalutato il ruolo», ora, come spiega l'avvocato Giangiacomo Martinuzzi, «sta valutando l'impugnazione della sentenza». Intanto, l'importo di 56mila euro circa derivante dalla sentenza è stato previsto nella delibera sulla legittimità dei debiti fuori bilancio passata ieri in commissione.
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Il Gazzettino