Il giallo della diagnosi cambiata in poche ore

Il giallo della diagnosi cambiata in poche ore
(Segue dalla prima pagina) Non gli hanno detto che è guarito e che ora può passeggiare nel bel parco della sua villa di...

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Non gli hanno detto che è guarito e che ora può passeggiare nel bel parco della sua villa di Cinto Euganeo, tuttavia gli hanno spalancato le porte del reparto, con la prescrizione delle cure da effettuare a domicilio, poche ore prima che la Camera dei Deputati desse il via libera all'arresto. In quelle 72 ore qualcosa dev'essere successo nelle corsie del nosocomio dell'Usl 17 di Monselice, perché l'uscita in carrozzella di Galan è sembrata un fatto inatteso, dopo tanto can-can mediatico e politico legato alla gravità delle sue condizioni di salute.
Una risposta alla domanda sta in quei due certificati che portano la data del 19 e del 22 luglio, entrambi firmati da sanitari dell'Unità Operativa Composta di Medicina Interna e dalla Direzione Sanitaria dell'Usl (dove era stato trasferito giovedì da Cardiologia). Il primo certificava la degenze, il secondo vi poneva termine dopo neppure tre giorni. Una diversità di vedute tra medici sull'opportunità di tenere in carico un malato diventato in qualche modo ingombrante, anche perché di lì a poche ore avrebbe potuto subire una visita fiscale ordinata dal gip di Venezia Alberto Scaramuzza? Una valutazione di opportunità, di fronte a un possibile piantonamento dell'illustre paziente?
Difficile trovare il bandolo della verità su un mistero che avrebbe stupito lo stesso Galan, convinto che la degenza l'avrebbe protetto più di un ritorno a casa. Ma non solo. Qualche interrogativo se lo sono posti anche negli uffici giudiziari veneziani, che probabilmente non si attendevano le dimissioni dopo i fiumi di certificati medici allarmati. La verità ufficiale conferma che alle 9 di ieri Galan è stato informato delle dimissioni decise dai medici. Ha ricevuto la lettera più o meno attorno alle 9.40. Vi è scritto che deve rimanere immobile per 40 giorni dal 5 luglio, giorno in cui si è procurato una frattura cadendo in giardino, e che deve mantenere la gamba sinistra scarica. Non può camminare. Inoltre, dovrà essere monitorato ogni quattro ore per il diabete e seguire per tre mesi una terapia anti embolie. Il certificato di sabato scorso era stato firmato dalla dottoressa Lucia Anna Leone dell'Unità di medicina interna e dalla dottoressa Marianna Lorenzi della direzione sanitaria dell'Usl. Ribadiva la diagnosi contenuta nei precedenti certificati. Era stato redatto su richiesta di Galan che lo aveva inviato lunedì alla Camera. Eppure è venuto meno proprio il giorno in cui il voto si teneva. Anzi, tre ore prima dell'inizio.
La coincidenza non fa che aumentare i sospetti che tra i medici ci sia stata una riflessione approfondita sull'opportunità di tenere Galan ricoverato, con il rischio che a posteriori si scoprisse che poteva essere curato a casa, come attestato dalle dimissioni di ieri mattina. Dall'entourage di Galan si apprende che la decisione era in qualche modo stata ventilata dai medici. Ma perché allora firmare sabato un certificato di degenza sapendo che dopo due-tre giorni ne sarebbe venuta meno l'esigenza? Questa vicenda rischia di passare alla storia proprio per il numero di sanitari (una decina) che si sono occupati delle condizioni di Galan. Radiologi, ortopedici, angiologi, cardiologi ed esperti di medicina interna avevano confermato frattura, trombosi, diabete e ipertensione cardiaca, ora ribaditi nella lettera di dimissioni.

Giuseppe Pietrobelli

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Il Gazzettino