IL FOCUS ROMA Una vaccinazione diffusa, in Italia, nel migliore degli scenari,

IL FOCUS ROMA Una vaccinazione diffusa, in Italia, nel migliore degli scenari,
IL FOCUSROMA Una vaccinazione diffusa, in Italia, nel migliore degli scenari, sarà raggiunta solo tra l'estate e l'autunno. Questo però non significa che i primi risultati...

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IL FOCUS
ROMA Una vaccinazione diffusa, in Italia, nel migliore degli scenari, sarà raggiunta solo tra l'estate e l'autunno. Questo però non significa che i primi risultati concreti non possano arrivare prima. A luglio si spera di avere almeno 20 milioni di italiani immunizzati. E secondo Sergio Romagnani, già docente Immunologia clinica e professore emerito dell'Università di Firenze, in primavera potremo essere vicini a una zona di sicurezza: «Se riusciremo, per allora, a vaccinare i 4,4 milioni di ultra ottantenni, e a seguire i settantenni, avremo non solo salvato molte vite, ma ridotto il peso dei malati Covid-19 sugli ospedali e sulle terapie intensive. A questo aggiungiamo la protezione assicurata a medici e infermieri». Dopo il via libera nel Regno Unito al primo vaccino anti Covid (Pfizer-BioNTech) il piano dell'Italia, illustrato a grandi linee ieri al Senato dal ministro della Salute, Roberto Speranza, diventa ancora più urgente.

INCERTEZZA
Permangono una serie di incognite. Partiamo proprio dal vaccino americano-tedesco, per il quale si attende l'autorizzazione anche negli Stati Uniti già la prossima settimana e in Europa alla fine del mese. In Italia nel 2021 arriveranno 27 milioni di coppie di dosi (va somministrato due volte) di Pfizer-BioNTech, di cui 1,7 milioni a fine gennaio; le iniezioni, per le caratteristiche del vaccino, possono avvenire solo in ambito ospedaliero e, come ormai abbiamo imparato, le fiale vanno conservate a una temperatura inferiore a meno 70 gradi. Servono degli ultra frigoriferi in parte esistenti, in parte in via di reperimento per un totale di 300 strutture disseminate in tutte le regioni. Ma ci sono altri due ostacoli. Al vaccino Pfizer-BioNTech, servono 4 settimane, per sviluppare la protezione: dopo la prima iniezione, trascorrono 12 giorni e si comincia a costruire l'immunità, la seconda iniezione deve avvenire a 21 giorni dalla prima, infine la protezione completa si sviluppa al ventottesimo giorno. Altro nodo: non sappiamo quanto durerà l'immunità, potrebbe essere necessario ripetere la vaccinazione di massa ogni anno, mantenendo in funzione una macchina organizzativa complessa e costosa, con i maxi frigoriferi, personale impegnato e milioni di persone da convincere. Per questo, si incrociano le dita, nella speranza che altri vaccini si affianchino a quello di Pfizer-BioNTech (che comunque nell'Unione europea non è ancora stato autorizzato). Speranza: «L'Italia ha opzionato 202.573.000 dosi di vaccino che rappresenterebbero una dotazione sufficientemente ampia per poter potenzialmente vaccinare tutta la popolazione e conservare delle scorte di sicurezza».
SCOMMESSA
Ma il piano funziona solo se tutti i vaccini opzionati, o se gran parte di essi, saranno autorizzati. Nell'ordine: oltre alle quasi 27 milioni di dosi di Pfizer-BioNTech, l'Italia punta su AstraZeneca (40,38 milioni), Johnson&Johnson (53,84 milioni), Sanofi (40,38 milioni), CureVac (30,285 milioni) e Moderna (10,768 milioni). Per Moderna è plausibile l'autorizzazione anche dell'Ema, l'ente europeo (ma negli Usa arriverà prima) a metà gennaio, per AstraZeneca forse bisognerà attendere qualche settimana in più, per Johnson&Johnson si pensa a marzo. Ma è solo uno scenario.

Ieri Speranza ha posto alcuni paletti parlando di otto assi per il piano vaccinale. Alcuni flash: ci sarà una campagna informativa e di sensibilizzazione; il vaccino sarà gratuito e, «almeno inizialmente», su base volontaria; la distribuzione delle dosi sarà svolta dall'Esercito; per la macchina organizzativa servono almeno 20mila tra medici, infermieri, assistenti socio sanitari e personale amministrativo, si chiameranno «anche migliaia di giovani iscritti a primi anni delle scuole di specializzazione»; «le prime categorie che verranno vaccinate saranno: operatori sanitari e sociosanitari (1.404.037), residenti e personale Rsa (570.287), persone in età avanzata over 80 (4.442.048)». «A questi si aggiungono 13.432.005 di persone tra 65 e 79 anni, e 7.403.578 di persone con almeno una comorbilità cronica»; ci sarà un sistema informativo per la campagna di vaccinazione con chiamata attiva, registrazione vaccinazione, sistema recall e vaccinovigilanza successiva. La vigilanza, successiva alla somministrazione, sulla sicurezza dei vaccini sarà continua, con l'Aifa (l'agenzia del farmaco) che si avvarrà di un comitato scientifico indipendente.
Mauro Evangelisti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino