IL FOCUS ROMA Se conta il principio che riapre chi ha protetto gli anziani, Lazio,

IL FOCUS ROMA Se conta il principio che riapre chi ha protetto gli anziani, Lazio,
IL FOCUSROMA Se conta il principio che riapre chi ha protetto gli anziani, Lazio, Veneto, Emilia-Romagna, Trento e Bolzano hanno le carte in regola per ripartire. Al contrario...

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IL FOCUS
ROMA Se conta il principio che riapre chi ha protetto gli anziani, Lazio, Veneto, Emilia-Romagna, Trento e Bolzano hanno le carte in regola per ripartire. Al contrario Calabria, Toscana, Puglia e, per i settantenni, anche la Lombardia rischiando di restare al palo. Oggi il generale Figliuolo, commissario per l'emergenza, emanerà una direttiva che, finalmente, imporrà alle Regioni di concentrarsi sulla vaccinazione delle classi d'età più a rischio. A 100 giorni dal vaccine day in Italia appena il 18,2 per cento dei settantenni italiani ha ricevuto la prima dose del vaccino e solo il 67,5 degli ottantenni. La giustificazione della carenza delle dosi non regge perché nel frattempo sono stati vaccinate con percentuali più alte classi di età più giovani, in cui il tasso di letalità è molto più basso di quello dei settantenni (sopra il 9 per cento) e degli ottantenni (20 per cento).

MONITO
Per questo è arrivato il richiamo del premier Draghi: «Bisogna proteggere le categorie più fragili, le Regioni che raggiungeranno questo obiettivo potranno aprire prima». Sembrava scontato che tra un settantenne che rischia moltissimo se viene contagiato e un venticinquenne o un trentacinquenne (tasso di letalità dello 0,012 per cento a quest'età) si decidesse di vaccinare il primo. Ma questo non è successo: tra i 20 e i 39 anni hanno ricevuto almeno una dose 1,7 milioni di italiani, tra i 70 e i 79 solo 1,2 milioni. E tra le Regioni c'è chi ha più responsabilità nella scarsa protezione dei nonni anche perché alcune amministrazioni, soprattutto del Nord, hanno avuto più vaccini delle altre perché con una percentuale di anziani più alta delle media italiana. Ad oggi rischiano di non riaprire soprattutto cinque Regioni: la Calabria che per le classi di età 70-79 anni, 80-89 e over 90 è ferma rispettivamente al 9,9, 54,6 e 52,2 per cento; la Puglia che ha trascurato i settantenni (solo il 3,2 per cento ha ricevuto almeno una dose) anche se ha programmato di vaccinarli tutti assieme a giorni; la Sicilia è la Regione che ha vaccinato meno gli ottantenni, appena il 48,9 per cento, ma è pessimo anche il dato della Toscana (50,5 per cento) che però ha fatto bene per i novantenni e della Liguria (56). Se ci limitiamo ai soli settantenni (ricordiamolo di nuovo, tasso di letalità sopra il 9 per cento), hanno percentuali ingiustificabili la Lombardia (5,2 per cento), l'Umbria (4,8) e l'Abruzzo (9,6). Discorso differente per la Basilicata: molto male la copertura dei settantenni (2,6 per cento), ma si sta viaggiando veloci per gli over 80, con il dato migliore d'Italia.
ESEMPI POSITIVI
Quali sono le Regioni invece che, in base al principio della protezione dei più fragili, possono riaprire? I dati più equilibrati sono quelli del Lazio, dell'Emilia-Romagna e del Veneto. Partiamo dal Lazio: siamo a buon punto con gli over 80 e gli over 90 (sopra al 70 per cento) ma al contempo c'è uno dei dati più alti in Italia per protezione dei settantenni (26,8). Simile la strategia dell'Emilia-Romagna, sopra al 70 per cento per gli over 80 e già al 22 per i settantenni. Il Veneto ha protetto bene i suoi anziani, al 78,5 per cento per gli ottantenni, ma con il dato più alto in Italia di prime dosi ai settantenni, 32,5 per cento. Bene anche Trento e Bolzano. Ma cosa dirà la direttiva del generale Figliuolo? Prima di tutto preciserà quale tipo di vaccino somministrare in base alle classi di età e spiegherà che bisogna raggiungere tutti i nonni in fretta. Il principio che sarà ribadito è che gli anziani devono avere la precedenza, in modo da raggiungere quanto meno tra «gli over 75» (per citare la fascia indicata da Draghi) almeno l'80 per cento vaccinato. Siamo ancora molto lontani da quell'obiettivo. E ieri a Oristano, in Sardegna, 15 operatori sanitari sono stati indagati dalla procura perché sono sospettati di aver vaccinato parenti e amici senza che ne avessero diritto. Nel frattempo in Sardegna solo l'11 per cento dei settantenni ha ricevuto la prima dose.

Mauro Evangelisti
Diodato Pirone
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Il Gazzettino