IL CASO ROMA Domani si gioca all'Olimpico di Roma Italia Galles. E per la terza

IL CASO ROMA Domani si gioca all'Olimpico di Roma Italia Galles. E per la terza
IL CASOROMA Domani si gioca all'Olimpico di Roma Italia Galles. E per la terza gara della fase a gironi degli Europei sono attese da Cardiff circa tremila persone. Alcune già...

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IL CASO
ROMA Domani si gioca all'Olimpico di Roma Italia Galles. E per la terza gara della fase a gironi degli Europei sono attese da Cardiff circa tremila persone. Alcune già ieri in città, ma senza alcuna restrizione. Soltanto 24 ore dopo scatteranno le nuove misure (con la quarantena obbligatoria di 5 giorni per chi proviene dal Regno Unito) volute dal ministro della Sanità, Roberto Speranza, per provare a frenare la diffusione della variante delta (o indiana) del Covid. Che sta dilagando proprio Oltremanica. E questa discrepanza nei tempi finisce per creare timori e polemiche, con l'Italia da settimane in zona bianca.

Proprio questo laissez faire garantito ai tifosi del Galles ha finito per creare qualche imbarazzo anche in Gianni Rezza, direttore del dipartimento Prevenzione del ministero della Salute: «Probabilmente - ha ammesso - quando si fa un'ordinanza di questo tipo bisogna dare del tempo per applicarla per non bloccare le persone nel momento in cui arrivano in Italia. Ma le persone che arrivano devono essere testate senza dubbio».
Dal fronte degli organizzatori si prova a gettare acqua sul fuoco. E si fa notare che le restrizioni previste dal governo inglese per chi torna dall'estero (10 giorni di quarantena) potrebbe far desistere molti dei 3mila supporter gallesi dal venire in Italia. Più in generale, nota Enrico Di Rosa, direttore del Servizio di igiene e sanità pubblica della Asl Roma 1, «i tifosi che entrano all'Olimpico devono sottoporsi a due test se vogliono restare più giorni a Roma: uno 48 ore prima di prendere l'aereo, l'altro con la stessa tempistica prima dell'ingresso allo stadio. Ma questo non vuol dire abbassare la guardia». La Uefa, poi, garantisce che i voli diretti nella Capitale da Cardiff sono Covid free: non si sale senza tampone e senza certificazione vaccinale. Detto questo, informalmente, una stretta sui controlli ci sarà, seguendo quanto già messo in campo con i fan di Turchia e Svizzera: oltre ai già 4mila agenti previsti per Roma, la Questura avrebbe già deciso maggiori controlli nel centro storico e in più in generale nei pub dove i gallesi dovrebbero confluire. Previsti fino a domani varchi d'accesso a Fontana di Trevi e piazza di Spagna.
I RISCHI
Ma davvero c'è da stare sicuri? Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma spiega: «Personalmente credo che siano relative le misure di contenimento per evitare che una variante arrivi da noi. Ma non dico no alle restrizioni: anzi, vuoi perché importarla non è un bene, vuoi perché si conosceva da giorni quanto stesse accadendo in Gran Bretagna, mi chiedo se non era il caso di avviare la quarantena già nei giorni scorsi». Secondo l'infettivologo la presenza dei turisti del Galles a Roma liberi di girare «ci deve spingere a due considerazioni: la prima è che chi vive nella Capitale deve continuare a fare attenzione, l'altra è che dovrebbe essere più cauto il dibattito sull'abbandono delle mascherine, perché il rischio spesso viene dall'esterno e potremo trovarci di fronte a una beffa dopo tutti gli sforzi fatti».
Intanto la variante delta rischia di sconvolgere tutta l'organizzazione degli Europei. L'Uefa ha minacciato di spostare la finale dei campionati europei di calcio, che si terrà l'11 luglio da Wembley, a Budapest. Il motivo? Una diversa politica contro il coronavirus: in Ungheria gli stadi possono essere riempiti per intero e non è richiesta alcuna quarantena a chi proviene dall'estero. Il Times, rivelando la notizia, ha malignato che gli organizzatori del torneo sono restii a rispettare le misure troppo restrittive del Regno Unito (10 giorni di quarantena e 3 tamponi per chi viene dall'estero). Troppo, aggiunge il quotidiano, soprattutto per i tifosi vip che pagano a caro prezzo il biglietto. Non a caso Aleksander Ceferin, presidente Uefa, ha sottolineato la rigidità delle misure imposte dal governo britannico paragonandole a quelle degli altri paesi europei, facendo presente che la finale si può tenere altrove. Ipotesi che Boris Johnson deve scongiurare, anche esentando dalla quarantena il personale della Uefa e della Fifa, politici, sponsor e giornalisti stranieri. In totale 2.500 ospiti vip.

Chiara Bruschi
Francesco Pacifico
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino