Il cardinale Scola e l'opera di Tintoretto

Il cardinale Scola e l'opera di Tintoretto
Un capolavoro del Tintoretto, olio su tela, praticamente inedito: è stato esposto al pubblico solo 3 volte nell'ultimo secolo: L'Annunciazione del Doge Grimani è l'opera...

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Un capolavoro del Tintoretto, olio su tela, praticamente inedito: è stato esposto al pubblico solo 3 volte nell'ultimo secolo: L'Annunciazione del Doge Grimani è l'opera maestosa (misura 278x171 cm) protagonista della mostra Il Tintoretto rivelato che è in corso a Lecco fino al 2 febbraio. L'evento è stato organizzato nella città lombarda nel 500. anniversario della nascita del maestro veneziano Jacopo Robusti (1519-1594) il Tintoretto. Il dipinto rappresenta l'Annunciazione a Maria da parte dell'Arcangelo Gabriele ed è esposto al Palazzo delle Paure di Lecco.

Nonostante gli studi approfonditi è rimasta ignota la commissione originaria del dipinto, si è potuto ricostruire solo che verso il 1750 apparteneva a Pietro Grimani, il 115.mo Doge della Serenissima (in carica dal 1741 al 1752). In quella collezione fu inciso da Pietro Monaco nel 1763 che nella scritta in calce ne indica già esplicitamente l'attribuzione a Jacopo Robusti. Il dipinto passa poi alla collezione Lechi a Brescia, in seguito a Vienna, da lì in Germania nel 1924 prima a Berlino, poi al Castello di Ramholz quando diviene con altri dipinti proprietà del tristemente noto Hermann Goering e infine alla Alte Pinakothek di Monaco. Venduto dal museo bavarese nel dopoguerra con altre opere della ex collezione Goering, il dipinto approda in Italia dove viene esposto a Firenze alla Mostra dell'Antiquariato di Palazzo Strozzi del 1967 ed è in seguito battuto in asta nel 1989, passando nella collezione attuale.
«La semplice possibilità di ammirare una sorprendente e poco conosciuta Annunciazione del grande Tintoretto, risveglia nella mia mente e nel mio cuore la straordinaria esperienza vissuta come Patriarca di Venezia - scrive il cardinale Angelo Scola (nella foto) - In quei quasi 10 anni la mia azione pastorale mi ha dato più volte l'occasione di immergermi nell'opera di questo grande protagonista della pittura del 500 ammirandone i dipinti, soprattutto alla Scuola Grande di San Rocco. Guardando quest'opera giovanile la mente corre subito all'Annunciazione della maturità del Tintoretto là conservata, con la sua concezione dello spazio, il sapiente disegno dei corpi e il dominio della sovrabbondanza dei personaggi. Il tutto concorre a svelare l'imponente mistero dell'Incarnazione»

Gigi Bignotti
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Il Gazzettino