Ieri sera, verso le nove, un'autobomba è esplosa in Libia, di fronte al ministero della Pianificazione a Tripoli, in una zona della capitale vicina all'ambasciata italiana, che...
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Un uomo, ha spiegato questa fonte locale, ha parcheggiato il veicolo nel mezzo della strada vicino al ministero della Pianificazione, dopo che «era stato inseguito» dal personale incaricato della sicurezza dell'ambasciata italiana, «quando ha cercato di parcheggiarvi vicino». Al momento, però, gli inquirenti non hanno ufficialmente specificato se l'autobomba fosse diretta verso la sede diolomatica italiana oppure quella egiziana.
All'interno del mezzo sono stati recuperati due corpi. Secondo quanto riferiscono testimoni oculari al sito news Al Marsad, l'eco dell'esplosione, nel quartiere di al Thahra, è stata udita in diversi quartieri della città mentre una colonna di fumo si è elevata in cielo. L'ambasciata italiana era stata riaperta a Tripoli solo pochi giorni fa, ma la deflagrazione non ha avuto alcuna ripercussione sulla sede diplomatica. L'ambasciatore Giuseppe Perrone, primo diplomatico occidentale a tornare nella capitale libica, e tutto lo staff stanno bene. La legazione essendo ieri sabato era chiusa e l'edificio non è stato danneggiato in alcun modo. Il 10 gennaio l'ambasciatore Perrone aveva presentato le sue credenziali al governo libico. «Dopo due anni, l'Italia torna operativa in Libia - riferiva la nota della Farnesina - la riapertura dell'ambasciata a Tripoli è un importantissimo segnale di amicizia nei confronti di tutto il popolo libico, dell'intero popolo libico, ed è un segnale di forte fiducia nel processo di stabilizzazione di quel Paese».
La notizia della riapertura dell'ambasciata italiana, però, non è stata bene accolta nell'est del paese. Le autorità di Tobruk hanno parlato di «nuova occupazione». Il ministero degli Esteri del governo guidato da Abdullah al-Thani e al quale fa riferimento il generale Khalifa Haftar, sostenuto da Egitto e Russia, avevano inviato una nota diplomatica urgente a tutte le ambasciate e i consolati libici all'estero per informarli di quello che viene definito «il ritorno militare dell'ambasciata italiana» a Tripoli.
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Il Gazzettino