I funerali dei morti del terremoto di Amatrice - la conta delle vittime ha toccato ieri quota 292 - si svolgeranno ad Amatrice. Sembra scontato ma ieri non era così, volevano...
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Oggi però è il giorno del funerali. A celebrarli sarà alle 18, in un'area vicina al campo sportivo, il vescovo di Rieti, Domenico Pompili. Non ci saranno tutte le bare delle vittime di Amatrice, perché alcuni familiari hanno optato per funerali in forma privata e perché numerose vittime sono di Roma. Per capire meglio: subito dopo la tragedia le salme erano state radunate prima in un garage, poi in tende refrigerate vicino al campo sportivo; infine in un hangar a Rieti. Già questa scelta aveva rattristato i cittadini del paese. Questa mattina, però, una parte delle bare tornerà ad Amatrice per i funerali. Ultimo dato importante, perché altrimenti non si comprendono le ragioni dei cittadini amatriciani: il legame tra la cittadina e il capoluogo è assai evanescente, tanto che prima del fascismo Amatrice era in provincia dell'Aquila; tra Rieti e Amatrice ci sono settanta chilometri, che con ponti e strade danneggiati richiedono almeno due ore. Bene, immaginate quale sacrificio poteva rappresentare per un migliaio di sfollati salire su venti pullman e affrontare un viaggio su strade di montagna danneggiate, dopo sette notti nelle tende.
Ma ripartiamo dal primo pomeriggio di ieri, quando i cittadini di Amatrice - fino ad oggi mai un lamento, mai una protesta - si ribellano. In una delle tendopoli, con un impianto audio che si sente pure male, viene annunciato che i funerali si svolgeranno sì alle 18 di mercoledì come previsto, ma a Rieti, per ragioni di sicurezza, perché lo sciame sismico prosegue. Passano pochi minuti, si sparge la voce, e a decine - anziani, ragazzi, donne - si mettono in marcia verso la sede provvisoria del Comune. Urlano, imprecano, maledicono. I carabinieri e i poliziotti tentano di fermarli, con gentilezza. Gridano: «I funerali si devono svolgere ad Amatrice, non c'è rispetto per la nostra sofferenza». Ma ci saranno i temporali... «Con quello che abbiamo passato, non ci spaventa la pioggia». Esce Pirozzi, spiega che lui la pensa come loro. Poco dopo la telefonata con Renzi e l'annuncio che placa gli animi: funerali ad Amatrice.
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Il Gazzettino