«Ho 200 dipendenti, in servizio solo 30 Il mio Petrarca è aperto per orgoglio»

«Ho 200 dipendenti, in servizio solo 30 Il mio Petrarca è aperto per orgoglio»
L'INTERVISTAMONTEGROTTO Ottantatré anni. Gran parte dei quali trascorsi per mettere in piedi e mandare avanti tre stabilimenti termali, capaci di dare lavoro, nel tempo a 200...

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L'INTERVISTA
MONTEGROTTO Ottantatré anni. Gran parte dei quali trascorsi per mettere in piedi e mandare avanti tre stabilimenti termali, capaci di dare lavoro, nel tempo a 200 dipendenti. Se c'è qualcosa che riesce ancora a far male a Giancarlo Pastorello, patron del Petrarca, Augustus e Tergesteo a Montegrotto non è dover lottare contro crisi economiche e turistiche. Ma non riuscire a vedere che esito avrà la battaglia contro il virus che sta piegando ogni ottimismo e resistenza. «Il Tergesteo lavorava fino a poco tempo a fa a singhiozzo. Ma non possiamo prenderci il lusso di farlo funzionare per 10 e 20 ospiti. Avevamo offerto l'Augustus per accogliere soggetti in isolamento da Covid, ma la nostra offerta per ora è rimasta ignorata. Il Petrarca resta aperto solo per orgoglio aziendale. Ma gli ospiti si contano sulle dita di una mano».

Con quali conseguenze?
«Dei 200 dipendenti ne sono in servizio più o meno una trentina. Qualcuno con il contratto a chiamata. La reception, il portierato, le manutenzioni debbono in ogni caso continuare a funzionare».
E per chi non lavora, a marzo scade il divieto di licenziamento. Che succederà?
«E' un problema sicuramente difficile, soprattutto quando non si vedono soluzioni all'orizzonte. Spero che gli ammortizzatori vengano garantiti anche nel proseguo. Non si possono garantire stipendi con ospiti che non arrivano».
Gli ospiti vi stanno abbandonando?
«Niente affatto. Molti gruppi che prenotavano all'Augustus e che la scorsa primavera non hanno potuto venire, hanno rinnovato la prenotazione per quest'anno. La voglia di tornare in albergo c'è. E' la prospettiva di un futuro che manca».
Nemmeno la disponibilità, al Petrarca di una delle più belle piscine termali pubbliche, serve a tenervi a galla?
«Con l'imposizione delle zone rosse ed arancione, tenere la piscina in funzione, come finora abbiamo fatto è inutile. Difficile che vengano al Petrarca clienti del posto. E con le nuove misure non possono neppure arrivare clienti da altri comuni. L'aspetto più paradossale è che la piscina potrebbe essere frequentata come centro terapeutico. Ma ci vuole la prescrizione medica come lascia passare. E chi è disposto ad andare dal medico per poter fare in bagno in acqua termale?».
I ristori del Governo?
«In parte sono arrivati. Peccato che assieme a loro sia arrivata, fra le altre, anche una bolletta della Tari per un importo di circa 23 mila euro. Come dire che una mano si dà, e con l'altra si prende».
Cosa la mette più a disagio davanti all'imperversare di un virus che sembra senza fine?

«Per anni, dopo la chiusura di gennaio si pensava già alla primavera. Si lavorava in vista dall'alta stagione, che arrivava a Pasqua, facendo fare accuratamente ogni lavoro di manutenzione, come se fossero riti in attesa del momento di più grande lavoro. La primavera era insomma la prima stagione del raccolto. Le altre erano l'autunno e Natale. Ma ora non c'è primavera all'orizzonte. E sarà un malinconico atto di resa».
Lucio Piva
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Il Gazzettino