Fondazione, si cambia l'edilizia non tira più

Fondazione, si cambia l'edilizia non tira più
IL FUTUROTREVISO Fine a ogni attività immobiliare. Luigi Garofalo, presidente della Fondazione Cassamarca, ha posto questa condizione come tratto fondante della nuova era di Ca'...

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IL FUTURO
TREVISO Fine a ogni attività immobiliare. Luigi Garofalo, presidente della Fondazione Cassamarca, ha posto questa condizione come tratto fondante della nuova era di Ca' Spineda. Basta con investimenti imponenti come quelli che hanno portato alla riqualificazione del Quartiere Latino, alla realizzazione dell'Appiani o, addirittura, al recupero dello stesso Teatro. La Fondazione ha voltato pagina: «E non solo perché adesso soldi non ce ne sono - sottolinea un big del consiglio - ma proprio per scelta politica». Insomma: anche se i soldi ci fossero, verrebbero utilizzati per altro, per investire in cultura o nel sociale rientrando così nei compiti tradizionali della Fondazione. Non più per costruire o comprare immobili da riqualificare, come accaduto con l'ex Questura, ricevuto in dote dalla Provincia nell'arcinoto Risiko immobiliare. L'aria a Ca' Spineda è cambiata. Garofalo non stravede per il settore immobiliare, in questo momento non lo ritiene un buon investimento. E non a caso ha messo in un cassetto il mega progetto residenziale attorno a villa Franchetti. In questo primo mese alla guida della Fondazione ha fatto capire che la sua linea è un'altra: attorno a villa Franchetti vorrebbe, per esempio, mantenere la destinazione agricola dei terreni. Magari sarebbe disposto a trovare un accordo con qualcuno interessato a impostare progetti basati proprio sull'agricoltura.

UNIVERSITÀ
Il rapporto con gli atenei di Venezia e Padova è un capitolo aperto, in continua evoluzione. Il progetto universitario rimane centrale per la Fondazione. L'intenzione è non solo quella di mantenere in città i corsi attuali, ma anche di aumentarli. E la questione degli spazi è sul tavolo. La linea è sempre quella di creare all'ex distretto Militare un grande polo universitario in grado di ospitare gli studenti veneziani e padovani, attrezzato con spazi e servizi di livello europeo. E anche le condizioni non cambiano: non potrà essere Fondazione a finanziare i lavori di recupero. Questo è un capitolo chiuso. Come già detto in passato da ex componenti illustri del Consiglio d'indirizzo, dal docente universitario Ferruccio Bresolin all'ex vicepresidente Ulderico Bernardi, l'unica strada percorribile è concedere alle università l'ex Distretto in comodato d'uso. A costo zero. Agli interventi però dovranno pensarci loro o qualche privato interessato al progetto. Anche Comune e Regione, che comunque non disdegnano l'idea di polo universitario di questo livello a Treviso, sono della partita. Trasferire i corsi a villa Franchetti o all'Appiani, invece, non è all'ordine del giorno, a meno che non siano le stesse università a chiederlo. E su questo si aprirà un confronto con i rettori.
I CONTI
Martedì una delegazione di Fondazione sarà a Roma per parlare con i tecnici del Ministero dell'Economia e Finanze. Ci sarà anche il presidente e sarà un appuntamento fondamentale per fare il punto della situazione sui conti economici. Il bilancio consuntivo 2018 sarà ancora una volta in rosso, circa tre milioni di euro; così come il previsionale 2019 è stato chiuso con un passivo di 5 milioni. Tutto nelle previsioni, ma la rotta deve essere invertita al più presto. Il confronto con il Ministero servirà per capire che margini di manovra ci sono.
IL CONSIGLIO

Mercoledì si riunirà per la seconda volta in questo mese il Consiglio d'indirizzo. All'ordine del giorno l'aggiornamento dei colloqui con i tecnici del Mef e le linee per università e gestione degli immobili. Da questa settimana potrebbe partire anche la pagina online con le schede di tutti gli immobili di Fondazione: i possibili acquirenti, o chi è interessato a prenderli in gestione, potranno quindi farsi avanti.
Paolo Calia
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Il Gazzettino