Febbre a 40 per giorni ma era solo il termometro rotto

Febbre a 40 per giorni ma era solo il termometro rotto
VALDOBBIADENE Per quattro giorni crede di avere 39.3 di febbre e si imbottisce di antinfluenzali, al quinto scopre l'arcano: aveva il termometro rotto. Questa è la storia...

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VALDOBBIADENE
Per quattro giorni crede di avere 39.3 di febbre e si imbottisce di antinfluenzali, al quinto scopre l'arcano: aveva il termometro rotto. Questa è la storia (realmente accaduta) di G.M.: quando la febbre del lunedì sera fa prendere granchi colossali. Lunedì sera il quarantaduenne non si sente proprio al meglio. Allo specchio gli sembra di avere una brutta cera. Allora decide di scendere e cercare il termometro. Si siede e si misura la temperatura. Dopo pochi minuti lo estrae e l'esito è allarmante: ha la febbre a 39.3.

«Possibile che un mal di gola autunnale possa arrivare a tanto?». Preoccupato, prende una tachipirina e si mette a letto. L'indomani si sveglia, prepara la colazione e decide di capire se la notte ha portato consiglio. Il risultato è ancora allarmante: 39.3. «Eppure non mi sento così male» ripete tra sé e sé. Però la fiducia nella scienza ha il sopravvento. Apre la cassetta dei medicinali, e prende 2 nuove tachipirine. «Qualcosa faranno».
Nel pomeriggio gli sale l'ansia. «È possibile sentirsi male anche in assenza di reali sintomi? Forse mi trascuro da troppo tempo» riflette, pensando al fatto che negli ultimi mesi ha concesso troppe energie al lavoro. Così G.M. decide di prendersi un giorno di malattia e si mette a letto. Camomilla, coperta di lana, iradiddio di tachipirine. «Devo andare a fondo di questa cosa, non posso pensare di essere onnipotente. Anche il corpo più sano, ad un certo punto, cede». Così la sera ritorna puntuale l'appuntamento con la misurazione. E l'aborrito termometro dà sempre lo stesso tragico responso: 39.3.
G.M. inizia preoccuparsi davvero. E dopo una notte a rigirarsi nel letto, il mattino seguente rompe gli indugi e telefona al medico condotto: «Con una febbre così bisogna raddoppiare la dose», consiglia perentorio il dottore.
G.M. raduna le forze rimaste e si trascina in farmacia, dove acquista una sostanziosa riserva di antipiretici. «Quando dicono basta la salute - si ripete - e pensare che l'ho sempre giudicata una frase banale. Prima che mi toccasse questa sciagura». Trascorre tre giorni a letto, in un girone infernale di angoscia, ma quella febbre pare proprio non volerne sapere di scendere. Finché in un residuo barlume di lucidità chiede a sua madre di misurarsi la temperatura. E per la povera donna, fino a pochi minuti prima sana come un pesce, lo stesso tragico destino: 39.3.

«A quel punto, ho realizzato che qualcosa non andava e sono tornato in farmacia». Risultato? 36.4 e l'acquisto dell'unica cosa necessaria: un nuovo termometro.
Elena Filini
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Il Gazzettino