ECONOMIA VENEZIA Il porto di Venezia marcia con il freno a mano tirato. Eppure,

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ECONOMIA
VENEZIA Il porto di Venezia marcia con il freno a mano tirato. Eppure, anche senza la Zes, avrebbe potenzialità enormi, che naturalmente verrebbero moltiplicate se il Governo accogliesse la richiesta delle forze economiche e delle istituzioni locali per l'autorizzazione della Zona economica speciale (Zes appunto) che consente alle aziende di operare con facilitazioni fiscali, previdenziali e quant'altro.

E se Venezia procede frenata, non è che sia Trieste ad avvantaggiarsene perché, nella classifica dei porti italiani, chi drena più merci prodotte dalle nostre fabbriche, e da quelle del Nordest in genere, sono gli scali di Livorno, La Spezia e Genova. Le industrie del territorio, insomma, preferiscono caricare i loro prodotti su camion e sopportare il tragitto fino al Tirreno, invece che venire a caricare le navi sulle banchine di Marghera, molto più vicine. Perché lo fanno? Perché è più conveniente e, paradossalmente, più agile e veloce.
LO STUDIO
È il panorama che esce dallo studio che ha realizzato Contship Italia Group per il suo cinquantesimo compleanno (1969-2019), assieme a Srm: Contship è il gruppo leader di mercato nel business dei terminal container marittimi e nel trasporto intermodale con base principale a Melzo (Milano) e sedi operative a La Spezia, Ravenna, Salerno, Cagliari e Tangeri in Marocco; Srm è il Centro studi sul Mezzogiorno che, tra i vari filoni di ricerca, ha l'Osservatorio permanente sull'economia dei trasporti marittimi e della logistica. Le due realtà hanno unito le energie per realizzare una corposa indagine sulle imprese manifatturiere, analizzandone 400 in tre regioni che rappresentano più del 40% del Pil italiano e il 52% dell'interscambio commerciale (150 della Lombardia, 150 del Veneto e 100 della Liguria): ne è uscito il rapporto Corridoi ed efficienza logistica dei territori. Per il Veneto un pugno nello stomaco che dovrebbe essere anche uno stimolo ma di questa analisi, che risale a due mesi fa, nessuno ha parlato ufficialmente, se non negli ambienti specializzati.
IMPORT-EXPORT
Viene fuori, ad esempio, che il Veneto è la seconda regione per import/export (oltre che di Pil). E invece Liguria (con Genova, Spezia e Savona) e Friuli Venezia Giulia (con Trieste e Monfalcone) non sono nemmeno in classifica ma si beccano buona parte delle merci prodotte nel Nordest, oltre che in Emilia. Quali sono i porti più utilizzati? Il sistema produttivo lombardo va solo in Liguria, mentre Veneto ed Emilia Romagna, che pure hanno due scali importanti (Marghera e Ravenna) si dirigono per il 50% verso il Tirreno. In questa ricerca, oltretutto, manca ciò che transita via nord Europa, e in proposito uno studio di qualche anno fa (che andrebbe aggiornato) stima 440mila container all'anno che girano per quei porti ma che sono destinati alla pianura padana. È vero che ci sono particolari settori le cui produzioni sono destinate per forza ai porti del Tirreno: ad esempio l'alimentare e la moda che vengono spediti soprattutto nelle Americhe, e per quelle destinazioni non ci sono linee marittime dirette dal Veneto.
GRADO DI SODDISFAZIONE

Per il resto, però, è tutto terreno da esplorare, anzi da conquistare. E non a caso il capitolo dello studio dedicato al grado di soddisfazione delle aziende intervistate rispetto al servizio offerto dai porti, rivela che per quelle venete è il più basso, perché con minor competitività e scarso uso dell'intermodale. E dovendo, per convenienza, portare le merci sul Tirreno salta fuori che le spedizioni diventano una tassa occulta per la manifattura del territorio, rendendola meno competitiva. Che cosa manca? Oltre al potenziamento delle linee ferroviarie, ad esempio serve un porto con fondali adeguati alle navi più grandi, come il Vgate ideato sette mesi fa da un gruppo di operatori veneziani a 2,3 chilometri dall'Isola Verde e collegato a terra da un ponte, pensato per i container: 500 mila all'anno nella prima fase, per arrivare dopo 10 anni di attività a 2 milioni. Solo così si potrà realizzare l'accesso privilegiato (in concorrenza a Amburgo, Rotterdam, Anversa e Bremerhaven) ai mercati dell'Europa centrale e orientale per le merci provenienti dall'Estremo Oriente.
Elisio Trevisan
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Il Gazzettino