L'estate sulle montagne chiude in rosso. Il bilancio post ferragosto non salva la stagione: tra presenze in calo, prezzi al ribasso e freddo, anche agosto ormai è andato. Se...
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«È andata male per tutti, punto - commenta secco il presidente della categoria Walter De Cassan - e ai rifugi, di cui non abbiamo i numeri delle perdite, è andata ancora peggio di sicuro. Che dire? Di fronte ad una simile situazione anche le speranze di risollevarci nelle prossime settimane si affievoliscono. Agosto ormai è al termine e settembre, da sempre, è il mese più legato alle bizze del meteo in fatto di arrivi il che non dà nessuna garanzia». Con la speranza agli sgoccioli si fa strada il fardello delle spese. Tante, a partire da quella per le materie prime alle bollette fino al personale, sebbene la stagione abbia portato con sè una riduzione netta degli stagionali. I guadagni sugli ospiti presenti, poi, in molti casi sono stati risicati perché la tendenza alla contrattazione dei prezzi ha indotto a svendere i servizi, assottigliando i margini da mettersi in tasca. La Regione, forse, potrà tamponare i danni ma di questo si parlerà prossimamente, al consiglio di Federalberghi Veneto perchè la questione interessa montagna e coste allo stesso modo.
«Non abbiamo deciso cosa chiedere alla Regione - spiega De Cassan - ed è giusto io mi consulti con il consiglio. Vedremo se domandare lo stato di calamità perché se questo comporta l'aver subito danni materiali allora non ha senso e sarebbe forse meglio puntare sulla dilazione delle imposte e dei mutui, questo aiuterebbe molto». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino