Nuovi bus e treni, tutela dell'utente e lotta all'evasione tariffaria, una diversa distribuzione delle risorse tra le Regioni per premiare l'efficienza, incentivi fiscali per...
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Naturalmente una situazione del genere può essere affrontata solo con un insieme di azioni, nell'arco di un numero ragionevole di anni. Il ministero guidato da Graziano Delrio si sta muovendo con interventi legislativi diversi. La revisione generale del trasporto pubblico era prevista in uno dei decreti delegati della riforma Madia della pubblica amministrazione, sospesa dalla Corte costituzionale per la mancata condivisione con le Regioni. I contenuti sono quindi stati portati avanti con altre norme legislative e regolamentari.
Uno dei punti chiave del piano è il rinnovo dei mezzi. Il parco bus ha un'età media di 11,4 anni, contro una media di 8,3 nei cinque principali Paesi europei. Ci sono ancora in circolazione autobus pre-euro 0 o euro 0. L'obiettivo fissato dal governo è assicurare dal 2019 al 2033 tra 1.500 e 2.000 mezzi l'anno: con un rinnovo quindi di 35 mila bus a fine periodo. La spesa prevista a carico di fondi nazionali ed europei è di 4,5 miliardi, che diventeranno 7 grazie ad ulteriori risorse degli enti locali e delle imprese del settore. È già in corso una maxi-gara della Consip per un importo di 650 milioni.
Un altro versante decisivo è quello della spinta ai cittadini a preferire il mezzo pubblico. La disponibilità in questo senso aumenterebbe naturalmente da sola in presenza di un servizio migliore e di mezzi più confortevoli. Ma in vista della prossima legge di Bilancio il Mit tornerà a muoversi sul fronte delle agevolazioni fiscali. La detrazione Irpef degli abbonamenti è stata in vigore per poco tempo ed è stata cancellata alcuni anni fa. I costi in termini di mancato gettito sono rilevanti. In alternativa a questo strumento o accanto ad esso viene preso in considerazione un buono del tutto simile agli attuali ticket per i pasti riconosciuti dai datori di lavoro: le somme rimborsate o sostenute da quest'ultimo per l'acquisto dei titoli di viaggio del dipendente e dei familiari non concorrerebbero a formare reddito.
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Il Gazzettino