Così si incita a disobbedire

Così si incita a disobbedire
Le nozze gay non sono disciplinate dal nostro ordinamento e quelle contratte all'estero, non possono essere trascritte: lo ha detto in termini molto chiari la magistratura di...

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Le nozze gay non sono disciplinate dal nostro ordinamento e quelle contratte all'estero, non possono essere trascritte: lo ha detto in termini molto chiari la magistratura di ogni livello. I Sindaci (alcuni) le hanno trascritte lo stesso. I Prefetti hanno invitato i sindaci dissenzienti al ritiro e alla cancellazione di queste trascrizioni, minacciando la cancellazione d'ufficio e i sindaci a loro volta minacciano di rivolgersi alla magistratura per l'annullamento delle eventuali cancellazioni.

Intanto il fenomeno delle trascrizioni prosegue: a Roma, il sindaco Marino ha appena trascritto 16 matrimoni gay contratti all'estero. Il sindaco di Pordenone, Pedrotti, l'ha fatto ieri. Arrivano anche le denunce nei confronti di alcuni sindaci con richiesta di condanna per il reato di inosservanza dei provvedimenti dell'autorità.
La battaglia culturale e sociale che i sindaci stanno conducendo in questi giorni non è condivisibile: innanzitutto perché trascrivono ciò che non si può trascrivere, così gettando nel nulla i pronunciamenti della magistratura di ogni livello e inoltre perché, quali organi dello Stato nel momento in cui svolgono le funzioni di stato civile, non osservano le direttive del ministro e dei prefetti, così rischiando possibili implicanze di rilevanza penale.
I sindaci conducono anche una lotta inutile: autorizzano la trascrizione di matrimoni giuridicamente inesistenti o comunque improduttivi di effetti e le coppie gay sanno bene che non traggono alcun vantaggio da questa situazione.
Infine, e soprattutto, quella del riconoscimento dei diritti della coppie gay non è una lotta che appartiene ai sindaci, ma ai partiti e alla politica, perché coinvolge il tema delicatissimo della famiglia che deve trovare legittimazione in Parlamento e deve fare i conti con posizioni diverse all'interno degli stessi partiti e delle stesse coppie gay, che tutte pretendono il giusto riconoscimento di diritti, ma non tutte attraverso il matrimonio.
Tuttavia, in un contesto in cui i partiti e la politica non sono oggi più in grado di interpretare le istanze della società civile, tutto è giustificato, anche il ricorso a mezzi illegali per sostenere la causa degli omosessuali: assistiamo così a una sorta di municipalismo di fatto, dove i sindaci decidono autonomamente questioni non di loro competenza, che non aggiungono diritti alle coppie gay e in aperto conflitto con la legge, la magistratura, il ministro dell'Interno e i prefetti, a conferma dello stato confusionale delle nostre istituzioni.

Il messaggio è quello dell'incitamento alla disobbedienza, con molto clamore mediatico e tanta propaganda politica, mentre sul tema del riconoscimento dei diritti delle coppie gay, e del matrimonio omosessuale, il Parlamento continua a dormire sonni tranquilli.
(*) avvocato Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino