La sua azienda Fre Tor è ancora iscritta a Belluno. A luglio, però, De Col, eletto in giunta con delega all'innovazione, si è dimesso dagli incarichi. ...
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«L'ho fatto perchè, avendo pochi punti di accordo, ho preferito non distruggere».
Lei ha perso l'elezione a presidente di Confindustria Belluno Dolomiti per un voto, 15 a 16 a favore di Barbini. Possibile che la maretta sia la conseguenza di un esito non digerito dai piccoli industriali?
«Assolutamente no. Chi vince ha tutto il diritto di seguire la sua linea».
Allora perché questa diaspora di imprenditori?
«Il fuggi fuggi, da quel che so, è destinato ad aumentare. Il punto dolente sta nella mancanza di confronto e dialogo. Chi vince comanda, è giusto che sia così, ma ha pure il dovere di mantenere unito il gruppo di cui è alla guida. Facendo attenzione a non perseguire l'interesse di pochi».
Una tensione, più o meno latente, che comunque non fa bene alla terra bellunese. Soluzioni?
«I valori di Confindustria, infatti, sono determinanti per portare avanti in provincia anche azioni a livello sociale. Ma ciò può avvenire pensando a sviluppi concreti che creino per le aziende relazioni importanti soprattutto fuori provincia. Ed anche se il mio rapporto con questa presidenza rimarrà chiuso spero in una sutura».
Daniela De Donà
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Il Gazzettino