Condannato per la musica alta

Condannato per la musica alta
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«Quel pum pum che passa i muri e mette agitazione e rabbia». Così la moglie del residente di via Toti che ha denunciato il titolare del bar I disinvolti di corso del Popolo per disturbo del riposo delle persone ha descritto la musica che nelle serate di quell'estate, nel 2012, veniva diffusa negli eventi live del locale, nel processo che si è concluso con una condanna a tre mesi di reclusione, sospesi con la condizionale e senza menzione, nei confronti del 34enne Arturo Petacca. Problemi c'erano stati con la precedente gestione, ha sottolineato il 70enne che ha condotto la battaglia contro la «cagnara infernale», così l'ha definita, che si è costituito parte civile assistito dall'avvocato Federico Donegatti chiedendo un risarcimento di 10mila euro. Il giudice Sandrina Fiorito ha fissato la cifra a duemila euro, condizionando all'effettivo pagamento la sospensione della pena nei confronti del titolare del bar. «Ho scritto innumerevoli lettere al Comune - ha testimoniato l'uomo - e ho promosso anche delle raccolte di firme fra i residenti, ma ultimamente tutti sembravano rassegnati e molti appartamenti erano rimasti vuoti per quel problema». Il primo concerto di quell'estate, il 28 luglio, lo aveva visto chiamare il 113 per segnalare che la musica perdurava oltre l'orario concesso. Poi altre chiamate fino al 1. agosto, quando ha deciso di sporgere querela, lamentando come il posizionamento delle casse e la prosecuzione della musica fino a tardi impedisse a lui e ai suoi familiari di riposare in quelle notti d'estate in cui, per il caldo, si dorme a finestre aperte. La difesa aveva chiesto l'assoluzione, spiegando che non vi erano riscontri sul superamento della soglia di decibel, né sul mancato rispetto degli orari.

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Il Gazzettino