POZZUOLO - Sharing economy, lavoro nero, concorrenza d'oltre confine nei settori dell'autotrasporto e della panificazione. E poi ancora il fenomeno del finto hobbismo. Un mix che...
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Il che, spalmato sulle 14mila aziende attive, significa qualcosa come 58mila euro in meno per ciascuna. «Che possono sembrare pochi - ha detto il presidente Graziano Tilatti -, ma se si ricorda che il credito medio chiesto alle banche da queste imprese (dalla media di 2,5 addetti l'una) è inferiore a 40mila euro, si capisce bene come quell'ammanco sia questione, per molte, di vita e di morte». L'allarme è stato lanciato ieri da Zugliano, dove Confartigianato Udine si è ritrovata per il congresso provinciale, durante il quale è stata tratteggiata la situazione di una categoria che in Friuli vale il 32% del tessuto produttivo, in calo dal 2006 di ben 1.200 imprese. Nell'ultimo anno ne sono comunque nate almeno 900 e a inizio 2016 l'indagine congiunturale ha raccolto alcuni segnali e dati incoraggianti tra gli artigiani friulani ,che passano dal lieve recupero del fatturato alla positiva dinamica degli investimenti nelle produzioni manifatturiere, a un aumento di fiducia nella competitività dell'Italia. Resta tuttavia la convinzione - per il 91% degli intervistati - che la crisi sia lungi dall'essere superata.
Tre i progetti per migliorare ancora: Il primo riguarda l'accesso al credito «attraverso una riorganizzazione e nuove sfide - ha spiegato ancora Tilatti - che ruotano attorno al Confidi da poco tempo riconfermato da Banca d'Italia come intermediario finanziario». Il secondo si concentra sul freno ai fenomeni di concorrenza sleale a danno delle aziende mentre il terzo ambisce a mettere a punto supporti e strumenti che aiutino le imprese a promuoversi sia in Italia che all'estero. Per Tilatti «la Brexit deve servire da lezione all'Europa della burocrazia affinché cambi passo».
David Zanirato
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Il Gazzettino