Con il tallero Gemona ripaga per l'accoglienza a 30 mila sfollati

Con il tallero Gemona ripaga per l'accoglienza a 30 mila sfollati
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«Lignano c'era: 1976 - 2016». Così sono stati chiamati gli eventi organizzati per ricordare il 40° anniversario del terremoto e ieri culminati con la consegna del tallero, simbolo di Gemona, al Comune di Lignano, a ricordo dei 30 mila terremotati accolti nel settembre del 1976. La giornata è iniziata con la messa in duomo celebrata dall'arcivescovo emerito di Udine monsignor Pietro Brollo e dal parroco di Lignano, Angelo Fabris, rispettivamente parroco e cappellano di Gemona nel 1976. Durante l'omelia monsignor Brollo ha ricordato quelle tristi giornate sottolienando la solidarietà di Lignano nei confronti dei sfollati. Erabo presenti numerose autorità civili e militari, le rappresentanze della Protezione Civile, di Ana e Croce Rossa. Un corteo ha poi raggiunto Terrazza a Mare, dove ha preso la parola il sindaco di Lignano, Luca Fanotto, che ha fatto una breve cronistoria di quel soggiorno obbligato in riva all'Adriatico, con i terremotati costretti ad abbandonare i loro paesi. Paolo Urbani, sindaco di Gemona, ha donato alla città il famoso tallero. «Poiché il tallero rappresenta la gemonesità per eccellenza - ha detto Urbani - d'ora in avanti tutta la comunità lignanese potrà dire con orgoglio e fierezza "anche io sono di Gemona". La moneta rappresenta un segno di vicinanza e di collaborazione, ma anche di gratitudine».

Il dono è stato accolto con calore dal sindaco di Lignano. «Un segno di profonda apertura e gratitudine verso questa città - ha commentato - che 40 anni fa ha ospitato una larghissima parte della comunità gemonese rimasta senza tetto». A scandire l'incontro anche alcuni preziosi filmati della Cineteca del Friuli. È stato infine presentato un volume sull'ospitalità di Lignano, curato dalla Società Filologica Friulana. La giornata ricordo si è conclusa con un incontro al Cinecity con i giornalisti Andrea Valcic e Paolo Medeossi che hanno raccolto le testimonianze dei lignanesi su quel periodo.
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Il Gazzettino