CINTO CAOMAGGIORE Si chiudono cantiere e contenzioso giudiziario della casa di

CINTO CAOMAGGIORE Si chiudono cantiere e contenzioso giudiziario della casa di
CINTO CAOMAGGIORESi chiudono cantiere e contenzioso giudiziario della casa di riposo: il sindaco Gianluca Falcomer canta vittoria e dà appuntamento a maggio per la cerimonia...

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CINTO CAOMAGGIORE
Si chiudono cantiere e contenzioso giudiziario della casa di riposo: il sindaco Gianluca Falcomer canta vittoria e dà appuntamento a maggio per la cerimonia d'inaugurazione della sua entrata in servizio.

Arrivano buone notizie per la tanto attesa Casa di riposo la cui realizzazione ha vissuto traversie di ogni tipo, basti pensare al periodo del commissario prefettizio, quando l'ex assessore ai servizi sociali Salvatore Calabrò arrivò ad incatenarsi alle porte del Municipio per protestare contro la possibilità che Cinto Caomaggiore potesse uscire dai piani socio sanitari dell'azienda sanitaria e perdesse così la possibilità di costruire una residenza sanitaria per anziani di 90 posti letto accreditabile dalla Regione. Domenica scorsa 31 marzo, alla perfetta scadenza dei 400 giorni di lavori previsti dal cronoprogramma dell'appalto, è stato chiuso il cantiere di costruzione dell'edificio al grezzo.
«La struttura spiega il sindaco - è stata realizzata dal gruppo Sereni Orizzonti di Udine subentrata alla Cooperativa socio culturale di Mestre che dopo aver acquisito l'area da un privato e il permesso a costruire dal Comune abbandonò l'impresa intentando cause civili ad entrambi e da ultimo ricorsi amministrativi contro il Comune arrivando fino al Consiglio di Stato». Dopo che nel 2011 ci fu la posa della prima pietra dell'opera con grande clamore mediatico, per mano dell'assessore regionale Renato Chisso, nel 2013 la Socio Culturale abbandonò il cantiere con la motivazione che Cinto Caomaggiore, dopo il referendum del 2006, sarebbe passata sotto il Friuli Venezia Giulia, cosa che avrebbe dato minor convenienza all'operazione casa di riposo. Di qui la serie di cause giudiziarie, tutte perse.

Nella prima causa civile, oltre ai privati proprietari dell'area che nel frattempo, dopo avere incamerato la caparra, avevano venduto alla Sereni Orizzonti, ebbe un utile di 20mila euro anche il Comune. Le ultime due sentenze, della settimana scorsa, riguardano due ricorsi respinti al Tar in merito all'autorizzazione a costruire trasferita dalla Socio culturale di Mestre alla Sereni Orizzonti.
Maurizio Marcon
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Il Gazzettino