Carabinieri, i volontari a Montebelluna e Castelfranco

Carabinieri, i volontari a Montebelluna e Castelfranco
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LA NOVITÀ
TREVISO Volontari dell'associazione nazionale carabinieri negli ospedali per sorvegliare i pronto soccorso, le sale d'attesa e i reparti. Ma anche per dare una mano ai pazienti e alle persone in difficoltà e fornire informazioni a chi si ritrova spaesato. Dopo il Ca' Foncello, adesso l'Usl della Marca ha deciso di allargare il servizio anche negli ospedali di Castelfranco e di Montebelluna. Il direttore generale Francesco Benazzi ha timbrato la convenzione con la federazione interprovinciale Treviso-Belluno-Venezia dell'associazione nazionale carabinieri. Si tratta di un servizio di volontariato. E non potrebbe essere altrimenti. L'azienda sanitaria, comunque, ha già stanziato un rimborso spese pari a poco più di 3mila euro per l'anno in corso.

I COMPITI
Ai volontari dell'associazione nazionale carabinieri verrà chiesto di sviluppare anche a Castelfranco e Montebelluna le stesse attività portate avanti fino a questo momento nell'ospedale di Treviso. Gli occhi saranno puntati in particolare sulle aree dell'emergenza/urgenza, sui corridoi dei reparti ed eventualmente pure sui parcheggi esterni al momento del cambio di turno del personale. Al Ca' Foncello il servizio garantito dai volontari funziona nelle ore serali e notturne. Un aspetto, questo, che non verrà direttamente mutuato dagli altri ospedali. Oltre a controllare che non emergano problemi, segnalando eventuali situazioni difficili o comunque sospette, i volontari dell'associazione nazionale carabinieri che entreranno in servizio a Castelfranco e Montebelluna avranno allo stesso tempo il compito di dare una mano ai pazienti e ai loro familiari nel corso delle giornate.
ALTRE MISURE

Anche perché in tema di sicurezza l'azienda sanitaria provinciale punta pure ad altre soluzioni. A partire dall'ipotesi di installare dei pulsanti nell'area del triage dei pronto soccorso per chiamare aiuto nel caso in cui la situazione dovesse degenerare. Il dispositivo in questione è pensato come una linea diretta con le forze dell'ordine. Gli infermieri in servizio dietro il banco dell'accettazione, in buona sostanza, potranno schiacciare il pulsante nel caso in cui qualche paziente o qualche familiare dovesse dare in escandescenze insultando e minacciando il personale del pronto soccorso o addirittura arrivando ad alzare le mani, come purtroppo è già successo. Una volta schiacciato, il campanello farà partire una richiesta di intervento alle forze dell'ordine, che a quel punto potranno arrivare subito nell'area delle urgenze.
Mauro Favaro
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Il Gazzettino