Blitz contro la ndrangheta in Veneto Una perquisizione anche a Rovigo

Blitz contro la ndrangheta in Veneto Una perquisizione anche a Rovigo
CRIMINALITÀROVIGO Anche Rovigo è stata interessata dall'operazione congiunta da carabinieri di Padova e finanzieri di Mirano (Venezia), diretta dalla Procura distrettuale...

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CRIMINALITÀ
ROVIGO Anche Rovigo è stata interessata dall'operazione congiunta da carabinieri di Padova e finanzieri di Mirano (Venezia), diretta dalla Procura distrettuale antimafia di Venezia, culminata con l'arresto di un uomo, accusato di estorsione aggravata dal metodo mafioso. L'uomo, di origini calabresi, già ai domiciliari perché coinvolto in nella precedente analoga operazione Camaleonte del marzo scorso, si ritiene essere legato alla cosca di Grande Aracri di Cutro, per la sua sua vicinanza ai fratelli Michele e Sergio Bolognino, che erano attivi principalmente in Emilia, con una successiva espansione in Veneto, più precisamente nelle province di Padova e Venezia, arrestati nel 2015 nell'ambito dell'operazione Aemilia e a marzo 2019 destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari di Venezia proprio nell'ambito dell'indagine Camaleonte. L'arrestato è accusato di aver fatto recuperi forzosi di credito, con violenza, minacce e intimidazioni. Insieme a lui è accusato di estorsione in concorso un notaio padovano, che avrebbe contribuito con un'attività di supporto nella gestione di una sorta di finta compravendita e avrebbe dato un supporto tecnico all'attività degli indagati, quattro in tutto oltre all'arrestato. Fra le 21 perquisizioni eseguite ieri mattina insieme all'arresto, che hanno interessato i territori provinciali di Venezia, Padova, Treviso e Vicenza, non solo nei confronti degli indagati ma anche delle vittime, una è stata eseguita anche in Polesine, in un appartamento nel capoluogo. Alcune di queste perquisizioni erano mirate a trovare riscontri investigativi su altri episodi di estorsione e di eventuali episodi di usura, per i quali è stata chiesta la collaborazione delle vittime, imprenditori veneti che sarebbero stati intimiditi proprio dalla dichiarata appartenenza alla ndrangheta dell'arrestato.

F.Cam.
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Il Gazzettino