Due anni di reclusione per il reato di stalking nei confronti dell'ex moglie. È la condanna inflitta ieri pomeriggio a Costantin Carol Kocze, il trentaseienne di nazionalità...
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Inizialmente il trentaseienne era stato accusato anche di tentato omicidio, imputazione successivamente venuta a cadere. Nel processo, celebrato con rito abbreviato, il sostituto procuratore Lucia D'Alessandro aveva sollecitato una condanna più pesante - 3 anni e 2 mesi di carcere - ma il giudice per l'udienza preliminare Roberta Marchiori ha ritenuto congrua la pena di due anni, senza concedere la sospensione condizionale. Kocze resta quindi in carcere. Il difensore dell'imputato, l'avvocato Francesco Spanio, ha però chieso la revoca della misura cautelare: il gup si pronuncierà nei prossimi giorni.
Ad arrestare il trentaseienne romeno, la sera del 25 aprile, era stato il questore di Venezia in persona, Vincenzo Roca, il quale era intervenuto mentre stava rincasando: nelle vicinanze del commissariato di San Marco, a San Lorenzo, aveva sentito le grida disperate di una donna e un forte odore di benzina provenire dall'ingresso di un locale notturno. Il questore si mise subito a parlare con l'uomo per convincerlo a desistere dal suo progetto, per poi allertare il 113 e condurlo in Questura.
Nel corso dlel'interrogatorio di garanzia, Kocze spiegò che con quel gesto voleva attirare l'attenzione della moglie, dalla quale si era separato, per cercare di convincerla a lasciare il lavoro che aveva iniziato in un locale notturno e tornare a vivere assieme a lui. L'ex moglie lo ha denunciato per stalking lamentando una serie di comportamenti temuti dall'uomo negli ultimi mesi, tra cui telefonate, messaggi, ma anche atti di violenza nel corso di animate discussioni.
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Il Gazzettino