Ansia e stress: picco di bambini ricoverati

Ansia e stress: picco di bambini ricoverati
L'INTERVISTATREVISO «Stiamo affrontando un'emergenza neuro-psichiatrica. Per la Pediatria è più pesante del coronavirus. La conferma arriva dal fatto che in questo periodo...

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L'INTERVISTA
TREVISO «Stiamo affrontando un'emergenza neuro-psichiatrica. Per la Pediatria è più pesante del coronavirus. La conferma arriva dal fatto che in questo periodo abbiamo registrato più ricoveri per problemi neuro-psichiatrici che non per Covid». Stefano Martelossi, direttore dell'unità di Pediatria dell'ospedale di Treviso, va dritto al punto. La solitudine legata all'epidemia si fa sentire soprattutto a livello mentale tra i giovanissimi. Tra gennaio e marzo i casi di anoressia, ansia, depressione e autolesionismo sono praticamente raddoppiati tra gli under 14. I numeri dicono che fino ad oggi sono stati complessivamente ricoverati in Pediatria 23 pazienti positivi al coronavirus. Per la precisione, 8 nei primi tre mesi del 2021. E nello stesso periodo di quest'anno ci sono stati 16 ricoveri per problematiche neuro-psichiatriche.

Dottor Martelossi, i numeri sono sempre più preoccupanti.
«Si. Basti pensare che in tutto il 2019 avevamo registrato 40 ricoveri per malattie neuro-psichiatriche. Le proiezioni su quest'anno ci dicono che si potrebbe arrivare verso gli 80 o anche di più. Il problema aveva preso forma già prima. Ma l'epidemia l'ha accentuato in modo allarmante, portando di fatto a un raddoppio dei casi».
È dovuto proprio all'epidemia da coronavirus?
«Le difficoltà sono legate in modo diretto alle limitazioni della vita sociale per la riduzione della circolazione del Covid. Stiamo parlando soprattutto di ragazzi preadolescenti o adolescenti. La punta dell'iceberg è rappresentata dai disturbi della condotta alimentare, come le anoressie nervose. Ma poi sono in aumento anche ansia, depressione, autolesionismo e i tentati suicidi, in particolare tra i 13 e i 15 anni».
Si può prevedere che l'emergenza neuro-psichiatrica terminerà quando sparirà il problema del Covid e le conseguenti limitazioni?
«Non sarà immediato. Difficoltà simili si trascineranno anche in seguito. Anzi, ce ne saranno altre al momento della riapertura. Per i ragazzi in età puberale, in fase di cambiamento, non sarà sempre semplice passare dal lockdown alla nuova libertà. La ripresa delle attività sociali non potrà che migliorare la situazione, chiaro. Ma l'onda sarà più lunga di quella dell'epidemia».
Come affrontate i nuovi problemi?
«Una volta si era concentrati soprattutto sulle malattie respiratorie infettive in senso generale. Quest'anno, invece, a fronte di 8 ricoveri per Covid ne abbiamo avuti solo 6 per altre infezioni. Nel 2020 erano stati 50. Le mascherine, i distanziamenti e la chiusura delle scuole hanno quasi fatto sparire bronchioliti, bronchiti asmatiche, gravi faringiti e così via. È la dimostrazione che il Covid ha una capacità di infettare molto più alta degli altri virus».
E sul piano neuro-psichiatrico?
«Abbiamo un percorso specifico organizzato con due neuro-psichiatri e una psicologa. Si tratta di un'attività finanziata dalla onlus Per mio figlio. La necessità di rafforzare l'assistenza neuro-psichiatrica era già sentita. La pandemia ha scoperchiato la pentola e reso la situazione ancora più grave».
Infine, come sono andati i 23 ricoveri di bambini e ragazzi con meno di 14 anni colpiti dal Covid?

«Si sono risolti per il meglio. Anche se nel corso della prima ondata per due pazienti è stato necessario ricorrere alla Terapia intensiva». Tra i 23 pazienti ricoverati, 8 hanno sviluppato la Mis-C, cioè la sindrome multi-infiammatoria sistemica».
M.Fav
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino