Anche un manager contro il cancro

Anche un manager contro il cancro
Un manager per ridurre le attese delle persone colpite da tumore. La nuova figura verrà istituita all'interno del reparto di Oncologia del Ca' Foncello. Il suo compito sarà...

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Un manager per ridurre le attese delle persone colpite da tumore. La nuova figura verrà istituita all'interno del reparto di Oncologia del Ca' Foncello. Il suo compito sarà quello di sbrigare le questioni burocratiche permettendo ai medici specialisti di dedicare tutto il loro tempo alla cura dei pazienti.

«Il case manager spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl 2 gestirà le liste d'attesa e si occuperà dell'organizzazione del sistema delle chemioterapie. Questo consentirà di sgravare i clinici di una parte dell'attuale lavoro, rendendoli così più liberi di concentrarsi sui pazienti». In tutto sono circa 2 mila all'anno i malati che si affidano all'unità dell'ospedale di Treviso. L'arrivo di un coordinatore per ottimizzare le attività era nell'aria da tempo. Fino ad oggi, però, era rimasto sospeso. Adesso Benazzi ha deciso di rompere gli indugi. Anche per correggere la rotta dopo l'ultimo rapporto Agenas, l'agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che ha evidenziato alcune criticità del settore oncologico del Ca' Foncello. La prima riguarda proprio i tempi di attesa per la presa in carico dei pazienti.
«Ma già ora non è più così assicura il direttore generale dell'Usl 2 siamo intervenuti recuperando i ritardi». Il miglioramento delle risposte date ai pazienti consente a Benazzi di fissare un punto fermo: «Tutte le persone colpite da tumore che necessitano di un intervento chirurgico vengono operate entro 30 giorni mette in chiaro la scadenza vale anche per le prese in carico».
Resta il nodo della Radioterapia. Da settembre nell'unità funzionano solo due acceleratori lineari. Il terzo si è rotto dopo dieci anni di servizio. E' già partita la gara europea per sostituirlo. Ma la cosa non è velocissima: può costare più di 2 milioni. Quello nuovo arriverà entro l'estate. Il punto è che un solo acceleratore lavora ogni giorno su 45 pazienti. E oggi, inevitabilmente, una parte viene inviata a fare la terapia tra Belluno, Padova e Vicenza. Per il definitivo salto di qualità bisognerà attendere la costruzione della nuova cittadella sanitaria.
Qui la Radioterapia avrà quattro acceleratori lineari. Un numero ottimale. Mentre un'altra Radioterapia verrà aperta nella parte dell'Istituto oncologico veneto (Iov) in arrivo a Castelfranco nel giro di un paio d'anni. Un servizio in più anche per i pazienti trevigiani.

«La nuova unità verrà cogestita dall'Usl e dallo Iov conclude Benazzi per il resto, lo Iov si occuperà delle patologie più complesse. Le oncologie degli attuali ospedali non cambieranno».
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Il Gazzettino