Anche palazzo Moretti nell'orbita università

Anche palazzo Moretti nell'orbita università
IL BANDOTREVISO Non solo l'ex distretto della moda Iuav: anche Palazzo Moretti potrebbe diventare nuova sede universitaria in città. E qui troveranno luogo laboratori e percorsi...

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IL BANDO
TREVISO Non solo l'ex distretto della moda Iuav: anche Palazzo Moretti potrebbe diventare nuova sede universitaria in città. E qui troveranno luogo laboratori e percorsi per l'inclusione e la disabilità. Soprattutto minorile. Entro la fine della settimana scadrà la manifestazione d'interesse da parte degli enti che prenderanno parte al bando ministeriale sull'inclusione coordinato dal Comune d Treviso. Non si parla più di 500mila euro ma della cifra ben più consistente di 1 milione e 600 mila euro. Soldi che saranno destinati quindi non solo alla risistemazione del tetto dell'ex Distretto, ma anche al recupero di palazzo Moretti, già sede Usl e di associazioni come il Telefono azzurro. In questi giorni è in corso una fitta corrispondenza tra gli uffici comunali e il Ministero della Funzione Pubblica per declinare al meglio bando per accedere ai fondi.

OTTIMISMO
C'è grande ottimismo da parte di Ca' Sugana per un progetto che ha la particolarità di essere indirizzato anzitutto agli stabili. Così il Comune di Treviso avrà la possibilità di ristrutturare e riconsegnare a Fondazione Cassamarca l'ala dell'ex distretto occupata un tempo dal ramo fashion dello Iuav e, novità di questi giorni, palazzo Moretti. Qui si dovranno poi sviluppare, nelle intenzioni dell'assessore Alessandro Manera che sta seguendo l'operazione, laboratori di inclusione sociale destinati espressamente ai minori disabili, psichici e fisici. Le università di Ca' Foscari e Padova sulla base di questi laboratori costruirebbero poi, in collaborazione con la Usl 2 e la facoltà di medicina patavina il corso di laurea per assistenti sociali con competenze infermieristiche da impiegare nel campo della disabilità.
PROGETTO PILOTA
In questo modo il campus trevigiano diventerebbe il primo esperimento in Italia in questo delicato segmento del welfare, sempre meno afferente al comparto della sanità pubblica. La Marca potrebbe dunque realisticamente proporsi come un incubatore di nuove professioni destinate al sociale? E' quello che si augura l'amministrazione che punta molto sul fondo inclusione per portare a compimento anche l'espansione del campus universitario. «Non siamo mai stati così vicini alla fase di accelerazione» confermavano da Ca' Foscari nella festa per i 25 anni della presenza dell'ateneo veneziano. Ed è in quella occasione che per la prima volta si è avuto lo spoiler del progetto: Ca' Foscari potrebbe acquisire in comodato da Cassamarca con una nuova convenzione i due piani dell'ex distretto fino al 2015 occupati dallo Iuav. La condizione è che però quei locali vengano riqualificati: per questo Università, Fondazione Cassamarca e Comune di Treviso parteciperanno al bando ministeriale.
RAFFORZAMENTO

Il 15 maggio si è tenuto il primo incontro a Roma: dalla partita le tre istituzioni sperano di poter riutilizzare quella porzione di ex distretto in modo da guadagnare circa 1200 metri quadri con aule attrezzate. Insomma il sentiment attuale non è mai stato così favorevole ad un rafforzamento degli atenei a Treviso. Accrescere le dimensioni del campus e renderlo sempre più vicino alle aziende: sul progetto pilota di un campus trevigiano punta anche al Regione Veneto. Come stanno insieme Università e progetti per l'inclusione? «Già da tempo Ca' Foscari collabora con l'Università del volontariato, che lì potrebbe avere spazi dedicati» spiegano. La visione di Manera è dunque quella di mettere insieme Fondazione Cassamarca in parte proprietaria degli stabili, Università di Venezia e Padova con la regia del Comune per recuperare alcuni edifici storici e strategici della città e onorare il disegno regionale che chiede a Treviso corsi di laurea immediatamente spendibili nel mercato del lavoro.
Elena Filini
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Il Gazzettino