Altri uomini destinati a operare in Centro Italia

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Anche mani bellunesi stanno tentando di salvare chi, quella maledetta...

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Anche mani bellunesi stanno tentando di salvare chi, quella maledetta notte, dormiva all'Hotel Rigopiano di Farindola. Una squadra di trenta tecnici del Soccorso alpino e speleologico del Veneto, di cui 14 bellunesi, era partita giovedì e oggi alle 13 altri 20 partiranno per l'Abruzzo per dare loro il cambio. E continuare a scavare. Sono stati tra i primi ad arrivare sul posto, con l'elicottero della Regione Veneto partito da Sospirolo, non si sono mai fermati. Per due giorni hanno affondato pala e mani nel punto dove la valanga ha trascinato l'hotel, più a valle rispetto al ritrovamento di madre e figlio, ovvero nella zona del bar e della spa, da dove provengono altre voci. La struttura, collassata in alcuni punti, è ricoperta da 5-6 metri di neve e i soccorritori stanno cercando di procedere lungo cunicoli. Sono 8 i tecnici da giovedì operativi nell'area della valanga a cui si aggiungono le altre squadre del Sasv operative in diverse zone del Teramano, in supporto al personale sanitario in caso di infortuni o malori, portando generi di prima necessità e alimentari e cercando di raggiungere luoghi abitati per verificare le condizioni dei residenti e rispondere alle loro necessità urgenti. L'urgenza del momento è tanta, ma i pericoli non mancano. La neve ha creato accumuli spiega il delegato Alex Barattin e trattandosi di zone di montagna va da sé che il rischio principale è quello delle valanghe. Nel frattempo dalle terre alte del Bellunese anche ieri sono partiti mezzi. Due dipendenti comunali hanno dato la disponibilità per raggiungere Ascoli Piceno con un Unimog 400 da 240 cavalli e un fuoristrada di appoggio spiega il sindaco di Livinallongo Leandro Grones -. Era il minimo considerato l'aiuto che abbiamo ricevuto quando nel 2009 e nel 2014 le nevicate ci avevano isolati e il territorio era al collasso. Giovedì un Unimog per togliere la neve dalle strada era partito anche da Rocca Pietore così come uomini della Protezione civile Antelao, della Protezione civile Agordino e una squadra di sei persone del nucleo alpini protezione civile di Belluno.

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Il Gazzettino