Alajmo: «Asserragliati per ore nel nostro caffè-ristorante a Parigi»

Alajmo: «Asserragliati per ore nel nostro caffè-ristorante a Parigi»
LA TESTIMONIANZAPADOVA Ore di paura a Parigi nel caffè ristorante Stern di proprietà della famiglia Alajmo, titolare del celebre Le Calandre di Rubano guidato dallo chef...

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LA TESTIMONIANZA
PADOVA Ore di paura a Parigi nel caffè ristorante Stern di proprietà della famiglia Alajmo, titolare del celebre Le Calandre di Rubano guidato dallo chef pluristellato Massimiliano. Sabato il corteo dei gilet gialli, in rivolta contro il presidente Macron, ha costretto a chiudere i cancelli della galleria dove si trova il locale, in Passage dei Panoramas, nella Parigi del lusso, vicino a Palazzo Reale e a Place Vendome.

«Fortunatamente non è successo nulla di grave, non abbiamo subito danni né alle persone né alle cose - racconta Erminio Alajmo, il capostipite e presidente dell'Associazione provinciale pubblici esercizi di Padova - ma per alcune ore il passaggio, che conta una decina di locali, è stato chiuso per precauzione. Mio nipote Giovanni, che gestisce lo Stern, ha raccontato che alle fazioni più violente erano addirittura mischiate intere famigliole, con i bambini vestiti con gli ormai famosi gilet. Ma la situazione era tesa, e si è preferito prevenire eventuali espisodi gravi».
DAL 2014
Giovanni, figlio di Raffaele, il manager della famiglia Alajmo, e nipote dello chef Massimiliano, guida ormai da qualche anno il locale parigino, aperto nel 2014. «Abbiamo deciso di non chiudere - ha riferito - anche se eravamo consapevoli che la giornata non sarebbe stata facile. Ovviamente molte prenotazioni sono state disdette, ma alcuni clienti avevano ormai deciso di venire comunque a pranzo, quindi sono rimasti bloccati insieme a me e al personale all'interno della galleria».

I cancelli del Passage des Panorama sono stati riaperti solo dopo ore, quando le acque si erano un po' calmate. Da dentro la galleria, ha raccontato ancora Giovanni Alajmo, si potevano vedere le proteste sulla strada, con i cassonetti rovesciati, le auto a fuoco e i fumogeni lanciati dalla polizia in assetto da guerriglia. «Mio nipote - aggiunge nonno Erminio - mi ha detto che comunque sono rimasti tutti abbastanza tranquilli, clientela e personale, a parte la ovvia preoccupazione per la situazione che si era creata. Ripeto, è stata una misura precuazionale resa necessaria dai gravi episodi che si sono verificati nelle ultime settimane a Parigi».
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Il Gazzettino