Al lavoro solo metà di bar e ristoranti

Al lavoro solo metà di bar e ristoranti
LO SCENARIOPADOVA Una ripartenza a metà per gli esercenti della provincia di Padova. Su circa 3mila ristoranti, bar e locali hanno riaperto poco più di 1.600 attività. Uno su...

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LO SCENARIO
PADOVA Una ripartenza a metà per gli esercenti della provincia di Padova. Su circa 3mila ristoranti, bar e locali hanno riaperto poco più di 1.600 attività. Uno su due ha scelto di tenere chiuso, un po' per difficoltà di gestione e un po' a causa dell'assenza di plateatico. É il bilancio tracciato dall'associazione provinciale dei pubblici esercizi, l'Appe di Padova, a seguito dell'ingresso in zona gialla del Veneto.

«Con il brutto tempo quei pochi esercenti che potevano aprire grazie al plateatico, di fatto, hanno lavorato a regime ridotto dichiara Filippo Segato, segretario Appe Padova Se paragoniamo la ripartenza del 26 aprile di quest'anno con quella del 18 maggio del 2020, le differenze sono evidenti. L'anno scorso c'è stato affollamento praticamente in tutta la provincia, con particolari assembramenti addirittura nelle piazze del centro storico. L'altra sera invece mi risulta che non ci sia stato nessun problema particolare, da un lato dovuto alla massiccia opera di sensibilizzazione e informazione verso i cittadini a più livelli, e dall'altro al maltempo».
LE DIFFICOLTÁ
A partire da lunedì, i veneti hanno riacquistato una piccola parte delle libertà negate a causa dell'aumento dei contagi, ma non sono molti coloro che hanno deciso di darsi alla pazza gioia concedendosi aperitivi e cene fuori. I timori sono ancora tanti e le temperature, più autunnali che primaverili, non aiutano. In questi giorni i padovani hanno preferito guardare da lontano il risollevarsi delle saracinesche che per tanto tempo sono rimaste chiuse. O quasi. «Metà degli esercenti sono tutt'ora chiusi in quanto non dispongono di plateatico ammette Segato -. Anche chi può contare sul plateatico in realtà soffre, perché il coprifuoco disincentiva molto l'uscita serale dei consumatori. Per quanto riguarda i pranzi, si registrano più che altro incontri di lavoro, che quindi hanno la caratteristica di essere veloci. E, comunque, per il momento si vedono con il contagocce».
Tra i ristoratori si alzano il rammarico e la frustrazione, dopo aver chiesto al governo di posticipare l'inizio del coprifuoco e di consentire le consumazioni all'interno dei locali. «Da un lato il brutto tempo concede una ripresa soft agli esercenti specifica Segato ma dall'altro le preoccupazioni sono tante e la crisi si fa sentire. Bisogna comunque guardare al bicchiere mezzo pieno, almeno si è tornati ad un minimo di operatività per il 50% delle imprese».
La scommessa, ora, guarda al weekend del primo maggio. «Il banco di prova lo avremo nel fine settimana conclude Segato quando soprattutto il pranzo di sabato e domenica e la sera di venerdì e sabato, ristoranti e bar svolgeranno un servizio contraddistinto da maggiore afflusso di clientela».
LE CRITICHE

Appe ha più volte espresso dissenso nei confronti dell'ultimo decreto. Non ultima, la manifestazione organizzata lunedì mattina in alcuni dei punti nevralgici della città. Armati di pentole, padelle e mestoli i ristoratori hanno bloccato cinque nodi strategici per la viabilità e il traffico, al grido di «Ci hanno bloccato come noi stiamo rallentando voi, aiutateci». Nel complesso, hanno manifestato in 50 circa e si sono divisi tra via Venezia, alla rotonda di fronte all'albergo Galileo, all'incrocio tra via Volturno e corso Milano, in via del Plebiscito, via Adriatica e via Fra' Paolo Sarpi davanti all'albergo Al Cason.
Elisa Fais
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino