Al Forte San Felice niente mezzi motorizzati

Al Forte San Felice niente mezzi motorizzati
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CHIOGGIA
Nessun mezzo motorizzato potrà mai accedere alla fortezza di San Felice. La proposta di variante urbanistica illustrata ieri dall'assessore a Lavori pubblici Marco Veronese e dall'ingegner Gianni Favaretto, dirigente dell'Edilizia, nel corso di una seduta della IV commissione consiliare, prevede, infatti, esclusivamente l'eliminazione delle barriere architettoniche. In pratica, le vecchie, ripide rampe d'accesso al bastione saranno semplicemente adattate alle esigenze dei pedoni, con particolare riguardo per i disabili. Di concerto con gli enti che presiedono alla tutela dei beni storici, è stato deciso che l'ingresso principale rimarrà il ricostruito pontile in legno, identico a quello antico, prospiciente il monumentale portale in pietra d'Istria progettato dal celebre architetto veneziano Andrea Tirali (1657 1737), in fase di restauro. Gli uffici hanno, nel frattempo, respinto la totalità delle osservazioni presentate dai privati; tutte più o meno finalizzate alla facilitazione della raggiungibilità del sito. L'approvazione dello strumento urbanistico è premessa indispensabile affinché gli enti pubblici affiancati da investitori privati possano finalmente passare alle vie di fatto. Favaretto ha comunque assicurato che lo spazio tuttora occupato dal cantiere del Mose (di prossima rimozione), assai poco distante dalla fortezza, sarà adibito a parcheggio. Per l'occasione, Veronese ha inoltre annunciato che il coordinamento della gestione dei luoghi pubblici di grande interesse storico-culturale e delle porzioni del complesso affidate ai privati sarà giocoforza assegnato ad un soggetto designato. «Il Comune ha detto non potrebbe sobbarcarsi un onere del genere». Risulta previsto che agli investitori privati sia riservata la parte della fortezza di San Felice prospiciente la laguna, così com'era già stato deciso dal Consiglio comunale. Dalla scheda relativa alla variante si desume che la quasi totalità del bastione ovest (sotto il quale si estende una galleria che un tempo ospitava i cannoni), due casematte ed un altro edificio potranno ospitare: strutture alberghiere; un ostello; bar; caffè; ristoranti; negozi. I concessionari, però, saranno tenuti alla stipula di convenzioni affinché sia assicurata la creazione delle reti dei sottoservizi.

In pratica, i privati dovrebbero provvedere direttamente (a proprie spese) a tutti gli impianti fognari, idraulici ed energetici. Pur essendo quella meno rilevante sotto il profilo architettonico, la porzione riservata alle aziende risulta sicuramente essere quella maggiormente appetibile, in virtù della splendida posizione panoramica.

Roberto Perini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino