Aeroporto, tagli all'integrativo

Aeroporto, tagli all'integrativo
AEROPORTOMESTRE Dopo Avm tocca all'aeroporto, dove Triveneto Sicurezza intende tagliare l'integrativo dei circa 400 dipendenti che garantiscono il controllo di persone, bagagli e...

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AEROPORTO
MESTRE Dopo Avm tocca all'aeroporto, dove Triveneto Sicurezza intende tagliare l'integrativo dei circa 400 dipendenti che garantiscono il controllo di persone, bagagli e merci negli scali Marco Polo di Tessera e Canova di Treviso. La motivazione scatenante è sempre la stessa, la crisi economica provocata dalle restrizioni messe in atto contro la pandemia. Triveneto Sicurezza è al 67% proprietà di Save e al 35% di Aertre, la società dell'aeroporto di Treviso che, a sua volta, è all'80% di Save, e l'amministratore delegato, Monica Scarpa, è anche amministratore delegato del Gruppo Save.

L'INCONTRO
La settimana scorsa ha convocato i Sindacati per annunciare che, viste le difficoltà e la crisi perdurante, l'Azienda è fuori mercato del 25% rispetto agli altri istituti di vigilanza e che, quindi, rischia che si aprano due strade, o si esternalizza il servizio o si portano i libri in Tribunale per fallimento; in mezzo c'è un'altra alternativa, quella appunto di tagliare l'integrativo. Fino ad ora ci sono stati due incontri ma non è uscita una soluzione. I rappresentanti dei lavoratori hanno risposto che sono disposti a fare sacrifici per superare questo periodo di pandemia ma non a ridurre gli stipendi dei lavoratori: «Normalmente prendono 1100 o 1200 euro al mese - afferma Sergio Improta dell'Ugl -. Nel 2020 e fino allo scorso 16 maggio l'Azienda ha integrato la cassa integrazione fino all'80% dello stipendio (perché questo settore non gode dei soldi del Fondo Volo Aeroportuali) ma ora non lo fa più. Quindi ogni lavoratore percepirà circa 710 euro al mese: persone con professionalità e grosse responsabilità di sicurezza non solo si ritrovano questa decurtazione ma gli è stato pure tolto il premio di produzione».
I PARAMETRI
Per i Sindacati l'Azienda dovrebbe considerare che stanno per arrivare all'Aeroporto quasi 40 milioni di euro di ristori e, inoltre, che casomai ci sono altre voci su cui intervenire prima che sugli stipendi dei lavoratori, «ad esempio sui 240 mila euro per affitti dei locali versati a Save, o sulle consulenze affidate per centinaia di migliaia di euro». I rappresentanti dei lavoratori, infine, contestano all'Azienda il fatto di mettere Triveneto Sicurezza allo stesso livello di un istituto di vigilanza: «Gli aeroporti intercontinentali applicano il contratto aeroportuale, e lì il lavoro costa molto di più che a Venezia e Treviso dove, invece, funziona una via di mezzo grazie ai vari integrativi che abbiamo ottenuto negli anni per accorciare la forbice tra i due trattamenti - spiega Improta -. Qui ci sono professionalità che non si trovano negli istituti di vigilanza, i lavoratori devono effettuare addestramento ogni anno, conoscere almeno una lingua straniera, sostenere prove d'esame per mantenere almeno 5 certificazioni Enac. E poi non si comprende come mai proprio ora, che i lavoratori sono in cassa integrazione e quindi a carico dello Stato, si voglia ridurre il costo del lavoro».

Elisio Trevisan
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Il Gazzettino