«Addio Licia, la donna del fare»

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LA CERIMONIA

PADOVA Un centinaio le persone che, ieri mattina al cimitero maggiore, ha dato l'ultimo saluto a Licia De Marco, deceduta il 7 marzo scorso a 97 anni. Tra loro tanti ex studenti universitari arrivati da Ferrara e da altre città d'Italia, amici, compagni di lotte che Licia aveva combattuto fin da giovane. Prima di dedicarsi all'affermazione dei diritti umani fin dagli anni 80 con Amnesty International, Licia De Marco aveva militato in Potere Operaio e in Autonomia Operaia. L'avvicinamento ad Amnesty International era avvenuto all'inizio degli anni 80, proprio perché l'organizzazione si era interessata di suo marito, Guido Bianchini, coinvolto con altre decine di militanti nel processo 7 aprile del 1979 che condusse in carcere anche Toni Negri. Un processo che l'organizzazione riteneva preoccupante per le lungaggini che lo caratterizzarono. Un marito, mancato nel 1998 e dal quale era inseparabile, al quale era rimasta vicina anche nell'esilio francese con la definitiva assoluzione alla conclusione del processo 7 Aprile. Tra gli amici alla morte di Guido Luciano Ferrari Bravo, anch'esso imputato nello stesso processo, amico della coppia e compagno di Potere Operaio aveva detto Eccoli Licia e Guido, di nuovo in movimento, comparire di quando in quando in facoltà con pacchi di materiale di Amnesty da fotocopiare, con firme da raccogliere e banchetti da allestire. Una decina i ricordi della donna, in prima linea anche nel femminismo, tracciati da amici e conoscenti durante la cerimonia funebre. Testimonianze della sua lunga vita e dell'impegno che mai era venuto meno, sono diverse le associazioni di donne fondate dalla De Marco sia in città che a Ferrara. Tra queste quella di Alisa Del Re docente universitaria, compagna di tante lotte degli anni 70, Licia De marco è stata ricordata per la sua grande forza d'animo di fronte ad ogni avversità, una persona sempre positiva e dedicata al bene degli altri e per la sua allegria. Qualità che mai le sono mancate anche con l'avanzare dell'età, tanto che continuava il suo confronto con le persone in maniera molto lucida nonostante i 98 anni che avrebbe compiuto tra pochi giorni. «Si dice che il nostro movimento sia costituito da intellettuali e da manovali - ha ricordato Paolo Fontana anima di Amnesty in città - Licia riusciva a far parte di entrambe le categorie anche se era piuttosto una donna del fare, partecipava assiduamente alle assemblee circoscrizionali nelle quali non mancava mai un suo intervento. Era una donna esile e dolce, ma dall'animo instancabile e nerboruto».

L.M.
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Il Gazzettino