ABANO TERME La tanto sospirata riapertura, dopo la serrata imposta dalla zona rossa,

ABANO TERME La tanto sospirata riapertura, dopo la serrata imposta dalla zona rossa,
ABANO TERME La tanto sospirata riapertura, dopo la serrata imposta dalla zona rossa, per molte attività ha però il sapore dolce-amaro di una vittoria a metà. Si tratta dei...

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ABANO TERME La tanto sospirata riapertura, dopo la serrata imposta dalla zona rossa, per molte attività ha però il sapore dolce-amaro di una vittoria a metà. Si tratta dei negozi situati all'interno dei centri commerciali. Esercizi che anche ora, con la promozione in fascia arancione, dovranno comunque abbassare le serrande il sabato e la domenica. Come racconta Marica Giuni, della gioielleria Alidoro, nell'ipermercato Alìper di via Previtali, nel quartiere Pescarini di Abano.

La ritiene una beffa?
«Assolutamente sì. Il modo in cui veniamo considerati noi esercenti che abbiamo il negozio all'interno dei punti di grande distribuzione non è giusto. É una disparità che non ha senso. Se la gioielleria si affacciasse su una strada oppure una piazza potremmo lavorare anche il fine settimana. Il sabato, che tradizionalmente è la giornata di maggiore afflusso, siano costretti a casa».
Da quando è stato proclamato lo stato di emergenza l'anno scorso e sono scattate le prime misure di contrasto al virus, per quante volte siete stati obbligati a chiudere?
«Nel 2020, subito a partire dall'11 marzo, poi abbiamo riaperto a maggio. Come ho detto, nei fine settimana siamo sempre rimasti chiusi a parte un brevissimo periodo, e oggi riapriamo dopo che di nuovo ci era stato imposto di abbassare le saracinesche il 13 marzo. Proprio poco prima della Festa del Papà, un periodo in cui lavoriamo molto».
Anche la chiusura degli hotel e la scomparsa pressoché totale dei clienti hanno influito, seppure indirettamente, sugli affari?
«Purtroppo sì. Noi non lavoriamo solamente con i residenti o con chi viene a fare la spesa al supermercato. Siamo conosciuti anche da molti ospiti degli alberghi. Il problema è che la maggior parte delle persone riceve una comunicazione sbagliata. Quando sente parlare di centri commerciali aperti pensa che lo siano anche i negozi. E quindi resta delusa».
Ha ricevuto qualche ristoro durante il periodo di inattività?
«La cassa integrazione che, per fortuna, è sempre arrivata regolarmente».
Cosa si attende per il futuro?
«Si continua a vivere alla giornata e si aspetta con ansia che questa pandemia finisca al più presto. Perché, francamente, non ne possiamo più».

Eugenio Garzotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino