30 persone in 8 gruppi

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TREVISO - (ef) Sanjani ha 26 anni e viene dal Gambia. Arrivato nel 2016, ammette di sapere l'italiano poco poco. Henry, 32enne, è invece un veterano. Per lui la stazione di partenza è stata la Nigeria. Ha già lavorato alla costruzione della scuola Titù. «Sono felice di fare qualcosa, io non riesco a stare con le mani in mano. È il modo giusto per ringraziare l'Italia e per entrare nella comunità». Sotto una pioggia a catinelle è iniziato ieri il primo turno per il progetto di cura del verde urbano, il protocollo comunale di volontariato che vede la collaborazione tra Nova Facility e Contarina.

Gli otto richiedenti asilo, coordinati da Loris Tesser, in due secondi puliscono e asportano erbacce e piccoli cespugli sul ciglio della strada. Rapidi, precisi, silenziosi. A stringere loro la mano il vicesindaco Grigoletto. Ad accompagnarli Gian Lorenzo Marinese, responsabile della società che gestisce la ex caserma Serena.
Di fatto questi ragazzi andranno ad irrobustire l'azione di pulizia dei cigli delle strade dove il mezzo meccanico non arriva e dove oggi per legge non si può più utilizzare il diserbante. Poi ci sarà la raccolta foglie. Il progetto di lavoro, che durerà sei mesi, impiegherà 30 persone divise in gruppi da 8 che lavoreranno per 3 ore al giorno. «Il progetto - specifica l'assessore alla sicurezza Roberto Grigoletto - parte dal quartiere di San Zeno: le prime strade interessate sono via Cavini e via Cervellini». Poi si passerà a San Lazzaro e Sant'Antonino. «Finalmente ci siamo. La visione non sempre finora si era trasformata in atto - prosegue Grigoletto -. Ad accelerare molto i processi è stata anche la semplificazione burocratica del volontariato, grazie alle coperture associative gratuite volute dal decreto Minniti».

Gian Lorenzo Marinese conferma l'entusiasmo degli ospiti delle Serena: «I migranti, per partecipare, fanno il corso di italiano e quello sulla sicurezza. Per questo tipo di attività abbiamo quasi tutti africani». Piove e fa freddo, ma loro sono carichi. Non è solo riempire il tempo. È riprendersi la propria dignità.
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Il Gazzettino