ZERO BRANCO - È un imprenditore “super eroe” con la passione per le auto. E con la voglia di far sorridere i bambini meno fortunati. Nasce così, quasi...
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FUORI DAI CANONI
«Sono più di 7 anni che guido quest’auto - spiega Benetta - È una Lamborghini Murcielago, in spagnolo significa per l’appunto “pipistrello”. È l’auto che guida Batman nei suoi film. Dopo una prima fase di stupore alla guida di un bolide di questo tipo, volevo qualcosa di più. Non mi bastava possedere e guidare la mia “Lambo”. Volevo tentare di uscire dai canoni, riuscire a far sì che potesse essere utile agli altri. E che questo tentativo non fosse basato sulla semplice esteriorità ma avesse un significato più profondo».
L’IDEA PER CASO
L’idea di “The Italian Batman” nasce quasi per caso. «Un giorno ho partecipato a un convegno di lavoro dal titolo “the mask” (la maschera), per partecipare al quale i presenti dovevano indossare appunto una maschera. Mi presentai con le sembianze di Batman e con la mia Lamborghini, tanto che sembravo uscito proprio da un film fantasy. Chiaramente ho suscitato stupore». Ma la cosa non è finita lì, anzi. «Dopo quell’occasione - continua Benetta - tre anni fa sono stato invitato al circuito di Monza dove era stato organizzato un evento per persone con disabilità: erano presenti in 1.500. Sono giunto non solo con l’auto ma anche con un costume ad hoc, un modello identico al film, acquistato direttamente negli Usa. Il costume di Batman identico al film ha un costo di un migliaio di euro».
IL SUCCESSO
E che è accaduto? «Per me si è aperto un mondo. Per otto ore consecutive sono rimasto in posa a fare la foto con queste persone che volevano un ricordo insieme al loro super eroe preferito. Ho avuto mamme che mi hanno consegnato in braccio i loro bambini malati: volevano soltanto una foto con me. E io, sotto la maschera, pur sorridente ero commosso. E dire che erano invitati a fare un giro su un’auto sportiva lungo il tracciato. In realtà loro preferirono fare la foto con Batman. Mi sono chiesto più volte perché». La risposta? «In quel modo riuscivo a creare delle emozioni profonde in queste persone». E dunque? «Quel giorno sono tornato a casa stremato ma con il cuore rigonfio di sentimento, ero riuscito a creare un’emotività che si poteva toccare con mano. Avevo recitato la parte del “super eroe del sorriso”, ossia sono riuscito in maniera semplice a regalare un sorriso a chi ne ha bisogno». Da lì sono iniziati gli inviti ai vari appuntamenti con bambini o comunque con persone che soffrono. «In quel periodo è nata questa idea solidale di poter regalare qualche momento di gioia alle persone che soffrono».
LE RIPRESE
Massimo ieri era a Motta perché l’azienda locale Venetia Communication ha realizzato una serie di riprese a Motta, tra Lorenzaga e la zona industriale sud, con l’obiettivo di creare uno spot su misura che comparirà nel sito web di questa iniziativa benefica (www.theitalianbatman.it) con tanto di canali social come Facebook e Instagram. L’azienda mottense ne ha curato l’immagine e, appunto, la comunicazione. Pertanto mattinata di lavoro con le riprese che nel giro di pochi giorni, tempo del montaggio, saranno pubblicate sotto forma di spot. Ma in buona sostanza come si sviluppa l’iniziativa? «Se ci sarà una mamma, un genitore, un’associazione che vuole una foto o una comparsata con Batman, sarò ben felice di esserci. Basterà contattarmi tramite sito o social. Darò però precedenza a casi particolari, magari di bambini malati o in difficoltà perché l’obiettivo è di creare sorrisi in chi sorride di meno, per questo non c’è scopo di lucro». Sogno nel cassetto? «Mi piacerebbe poter un giorno entrare negli ospedali e regalare ai bambini qualche minuto di distensione con il loro super eroe. Vorrei fare qualcosa di solidale che possa emozionare e unire».
Gianandrea Rorato Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino